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Woody
Allen l’aveva annunciato che il suo ultimo film Hollywood Ending, il
trentatreesimo in carriera (compresi la regia a quattro mani di What’s up, Tiger
Lily? e l’episodio diretto in New York Stories), sarebbe stato
perfetto per Cannes, nonostante le sue prove recenti fino a La maledizione dello
scorpione di giada fossero state sempre presentate in anteprima a
Venezia (la città più amata dopo New York e prima di Parigi) ed il suo odio
cordiale per la Costa Azzurra, troppo luminosa ed abitata che gente che sorride
troppo. L’artista newyorchese è stato
accontentato dal presidente del Festival du Cinéma Gilles Jacob: il suo Hollywood
Ending, prodotto nuovamente dalla DreamWorks
di Steven Spielberg,
costituirà l’evento d’inaugurazione della 55a edizione di Cannes,
ovviamente presentato fuori concorso, come già avvenuto per Manhattan, La
rosa purpurea del Cairo e Hannah e le sue sorelle. Dal canto suo Allen, che in genere usa
delegare attori ed attrici a rappresentare i suoi film, ha deciso di omaggiare
il pubblico francese della sua presenza, caso rarissimo, eccettuando gli ultimi
Academy Awards, in
cui accettò di presentare una silloge cinematografica dedicata a New York
sull’onda emozionale della tragedia dell’11 settembre 2001. Non si tratterà di
un’anteprima assoluta, programmata invece al San Francisco International Film
Festival il 2 maggio 2002. Riguardo alla trama di Hollywood
Ending sono già trapelate indiscrezioni che profilano un’ardua attesa
per i numerosi fans italiani di Woody Allen (da noi l’uscita è
prevista da settembre in poi): si tratta di una divertentissima commedia dalla
forte carica autoreferenziale della quale lo stesso regista si è detto, diversamente
dal solito, soddisfatto. Protagonista del film è lo stesso Allen
nei panni di un nevrotico ed anticonformista regista indipendente, Val Waxman,
ormai inviso alle grosse produzioni, inadeguato nel reperire lavori all’altezza
che, una volta iniziati, si concludono regolarmente con un licenziamento
anticipato, eventualità ripetuta che lo costringe a dedicarsi alla pubblicità.
Waxman-Allen vive con
una scialba aspirante attrice (Debra Messing, protagonista del serial TV
“Will & Grace”) e trascorre gran parte del suo tempo con il suo agente
(Mark Rydell) ad invocare soccorso. Inaspettamente l’occasione per dirigere un
film con un cospicuo budget gli arriva dall’ex moglie, interpretata
dalla splendida Téa
Leoni, che circa un decennio prima l’aveva lasciato per il capo dello
studio che oggi gli sta offrendo di rientrare nel giro che conta. Nonostante
l’inevitabile tensione, Waxman accetta, ma il primo giorno di riprese si
sveglia completamente al buio, privato della vista da una rara sindrome
psicosomatica davanti alla quale persino il suo analista è impotente nel breve
periodo: il protagonista di Holliwood Ending opta
così per nascondere la temporanea cecità e, aiutato dal suo agente, da un
giovane attore e dalla moglie, riesce a completare il film. Il risultato è un
mosaico caotico quanto incomprensibile, che sarà letteralmente demolito dai
critici americani, non dai francesi, che invece lo accoglieranno come un vero
capolavoro, invitando il regista a dirigere il suo prossimo lavoro a Parigi,
materializzando così il sogno di Waxman e della sua ex consorte. Insomma con Hollywood
Ending Allen è tornato in una
terra di mezzo dalle parti di Criminali da strapazzo
e Stardust memories: una storia di questo tipo, comunque, per onestà
intellettuale non poteva che presentarla a Cannes...
Hollywood Ending, regia di Woody Allen, con Woody Allen, Téa Leoni, Mark Rydell, Debra Messing, Tiffani-Amber Thiessen, Treat Williams, Barney Cheng, Erica Leerhsen; commedia; Usa; 2002; C.
In uscita nei cinema italiani a ottobre
Voto
8