E.T. - L'extraterrestre
Jurassic Park
Il mondo perduto - Jurassic Park
Salvate il soldato Ryan
A.I. - Artificial Intelligence
Minority report
Prova a prendermi
The Terminal
La guerra dei mondi
Munich
Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo
War Horse
Una produzione Stanley Kubrick, un film diretto da Steven Spielberg, tratto dal racconto Super toys last all summer long dello scrittore di fantascienza Brian Aldiss - titolo traducibile come "I supergiocattoli durano un'intera estate" -: l'idea, inutile schermirsi, è indubbiamente intrigante e capace di sedurre a priori l'immaginario di qualsivoglia cinefilo, soprattutto dopo che la morte prematura del geniale Stanley Kubrick il 7 marzo del 1999 ci ha consegnato il controverso Eyes wide shut come atto definitivo della sua irripetibile filmografia. Inoltre A.I. Artificial Intelligence fa quadrare il cerchio completandolo proprio nel 2001, ovvero l'anno stigmatizzato dal capolavoro fantascientifico di Kubrick: il progetto è stato a lungo coltivato dallo scomparso regista che, insieme all'illustratore Chris Baker (meglio noto col nome d'arte di Fangorn), preparò innumerevoli schizzi relativi all'aspetto visuale della storia, sviluppata da lui stesso insieme all'autore della fonte letteraria ed a Ian Watson e Sarah Maitland - Spielberg ha poi provveduto a stendere in proprio la sceneggiatura definitiva -. A.I. alla fine non è diventato il primo film diretto a quattro mani dai registi di Salvate il soldato Ryan e 2001: Odissea nello spazio, ma sicuramente una pellicola che coniuga la propensione fabulistica di Spielberg (vedi E.T.) con la visionarietà di Kubrick (si veda L'arancia meccanica), frutto peraltro delle frequenti chiacchierate telefoniche tra i due nell'ultimo ventennio (sempre con chiamata a carico per il 'povero' Spielberg). Protagonista della storia è un bambino di undici anni, David, che prova un amore reale senza essere reale lui stesso: già, perché intorno alla metà del ventunesimo secolo la popolazione mondiale si divide tra mecha e orga, ovvero tra esseri meccanici, artificiali o robot che dir si voglia, ed organici, ovvero umani in senso stretto. Il piccolo David appartiene alla prima categoria: a crearlo nei laboratori della Cybertronics è stato un genio dell'intelligenza artificiale con il volto di William Hurt. David è un bambino in tutto identico ad un bambino umano ed è programmato per amare la propria madre: per 'testare' il prototipo il piccolo robot è affidato in prova ad un impiegato dell'industria ed alla moglie, dato che il loro vero figlio, affetto da un virus ignoto, è stato ibernato in attesa di cura e che le leggi vigenti in materia di procreazione impediscono di generare a genitori latori di malattie genetiche. In ossequio alla sua programmazione, David focolizza su di sé l'affetto della sua nuova famiglia (compreso l'orsacchiotto Teddy, giocattolo d'ultima generazione in grado di pensare) ma, quando il figlio della coppia torna guarito, diventa un possibile pericolo per il 'fratello': la madre, per non restituire David ai suoi creatori (immaginando che sarebbe distrutto), non trova soluzione migliore che abbandonarlo. E qui s'innesca la contaminazione (di matrice kubrickiana) con il Pinocchio di Collodi: il piccolo robot comincia infatti il suo viaggio in cerca della Fata Turchina del romanzo infantile che la mamma gli leggeva prima di dormire, sorretto dalla speranza che, come per il burattino di legno, la fata potrà renderlo un bambino reale a tutti gli effetti, che l'adorata mamma potrà amare. Nel corso delle sue peregrinazioni David incontra Joe, androide gigolò in grado di dare alle donne tutti ciò che vogliono: i due si ritroveranno in pericolo in una sorta di fiera paesana in cui gli avventori si divertono a distruggere i robot nelle più perverse modalità, visiteranno Rouge City, una futuribile città del sesso, e Manhattan sommersa dalle acque per il disgelo dei ghiacci artici. Il sogno di David, alla fine, è destinato ad infrangersi con la dura constatazione di essere un robot, per quanto dotato di sentimenti reali. Per interpretare il piccolo protagonista è stato chiamato Haley Joel Osment, la rivelazione de Il sesto senso (per cui ebbe una nomination all'Oscar), mentre nei panni dell'androide gigolò si cela l'altro giovane attore in ascesa Jude Law: nel cast, di rilievo assoluto, figurano nomi del calibro di Frances O'Connor, William Hurt e Meryl Streep. Dopo un'ottima campagna virtuale su Internet, organizzata ad arte per intrigare col mistero del film, A.I. Artificial Intelligence è uscito negli Usa lo scorso 29 giugno rivelandosi un mezzo flop al botteghino, anche per il divieto di visione al pubblico infantile: in Italia lo vedremo al Festival di Venezia 2001 e quindi nelle sale da autunno come uno degli eventi annunciati della prossima stagione cinematografica. Nel frattempo on line si possono scaricare numerosi trailers ad uso e consumo del famelico popolo della Rete...
A.I. - Intelligenza Artificiale - A.I. Artificial Intelligence, regia di Steven Spielberg, con Haley Joel Osment, Jude Law, Frances O'Connor, Brendan Gleeson, William Hurt, Ben Kingsley (narratore), Chris Rock, Meryl Streep, Robin Williams; fantascienza/drammatico; Usa; 2001; C.; dur. 2h e 23'
Voto
6½