E.T. - L'extraterrestre
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Nel 1982, l’anno in cui l’Italia vinse i mondiali per la terza volta, l’allora
trentacinquenne Steven Spielberg – già regista di fama mondiale grazie a Duel,
Sugarland Express, Lo squalo, Incontri ravvicinati del terzo
tipo, I predatori dell’arca perduta – diresse E.T. - L’Extra-Terrestre, non il suo film
migliore o il più ambizioso, ma sicuramente il più amato dal pubblico di ogni
età per la sua riuscita miscela di fantascienza, fiaba, spettacolo e buoni
sentimenti. Così, come è già successo per Apocalipse Now, L’esorcista e 2001 - Odissea nello spazio
ecco arrivare puntuale la riedizione celebrativa vent’anni dopo. Non si
tratta di un director’s cut in senso stretto, perché la storia
funzionava benissimo già com’era, fondamentalmente Spielberg si è limitato ad
inserire qualche sequenza ora possibile grazie all’incredibile sviluppo della
tecnologia degli effetti speciali, a fare un po’ di maquillage digitale
qua e là, ed a proporre la colonna sonora in versione rimasterizzata. La
storia, che ripetiamo per dovere di cronaca, racconta l’incontro tra
l’alieno ET ed un bambino americano, Elliot, che lo conduce a casa e lo mostra
al fratello Michael ed alla sorellina Gertie,
instaurando presto un legame che sfiora l’empatia con il piccolo e tenero
extraterrestre. Appresi i primi rudimenti della loro lingua, ET comunica ai nuovi
amici di sentire nostalgia di casa (con tre parole significative entrate
nell’immaginario collettivo: “ET telefono casa”): i tre ragazzi lo
nasconderanno dalla polizia e dagli scienziati della NASA, ansiosi di
impadronirsi della creatura aliena per i propri esperimenti. Si tratta pur
sempre di una fiaba, per quanto fantascientifica, dunque l’happy ending incombe
dietro l’angolo. Il messaggio buonista, ancora valido a vent’anni di distanza,
è sempre che soltanto i bambini sono in possesso della bontà d’animo
indispensabile ad accettare i puri di cuore scesi dalle stelle: diversi,
alieni, ma incapaci di incutere paura. E’ sempre la stessa anche la carta
vincente del film di Spielberg,
ovvero il pupazzo elettronico inventato da Carlo Rambaldi e vagamente ispirato
alle fattezze di Albert Einstein e del poeta Carl Sandburg. E.T., forse non un
capolavoro ma certo una pietra miliare della storia del cinema, fu premiato
all’epoca soltanto con tre Oscar tecnici (effetti speciali, sonoro, colonna
sonora). Da (ri)vedere.
E.T. - L'extra-Terrestre - E.T. The Extra-Terrestrial, regia di Steven Spielberg, con Henry Thomas, Dee Wallace-Stone, Peter Coyote, Drew Barrymore, Robert MacNaughton, Sean Frye; fantastico; Usa; 1982; C.; dur. 1h e 55'
Voto
8