Minority Report
Regia di Steven Spielberg
Usa, 2002, C, 145'. Cast: Tom Cruise, Colin Farrell, Samantha Morton, Max Von Sydow. Produzione: Cruise-Wagner, DreamWorks, Amblin. Distribuzione: 20th Century Fox.
Ancora fantascienza: stavolta il Peter Pan di Hollywood si misura con l'universo di Philip K. Dick. Uscita prevista: 27 settembre
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Esattamente vent’anni fa moriva Philip K. Dick, oggi riconosciuto come
uno dei più grandi scrittori (non solo di fantascienza) del Novecento. Quello
stesso anno, il 1982, vedeva l’uscita di Blade Runner, il film che avrebbe
portato alla scoperta del genio visionario, lisergico e profetico di PKD presso
il grande pubblico. Quest’anno sono usciti ben due film tratti dalle sue
opere: Impostor e Minority
Report.
Dopo A.I., che ha avuto un’accoglienza contrastata, il neolaureato Steven Spielberg ha deciso di
aggiustare la rotta pur mantenendosi nel genere della fantascienza “adulta”,
come aveva fatto già in passato con uno dei suoi film migliori, Incontri ravvicinati del terzo tipo:
in Minority
Report ha inserito maggiori dosi di cinismo e ironia (entrambi presenti in
Dick), rifuggendo dal sentimentalismo che ha reso indigesto ad alcuni il film precedente. Il film
sarà un incrocio tra noir e fantascienza che finora ha prodotto risultati
notevoli: Blade Runner (1982), Gattaca (1997) e a suo modo Matrix (1999).
La sceneggiatura, basata sull’omonimo racconto del 1956, gli
è stata inviata dal sempre attento Tom
Cruise che ha anche il ruolo principale: quello di John Anderton, agente della polizia Precrimine di
Washington, anno 2054. Il mondo è sorvegliato dal nuovo sistema sperimentale di
prevenzione dei crimini: tre precog (precognitivi), Agatha, Dashiell e Arthur, i
cui nomi richiamano i tre maggiori scrittori di gialli (nell’ordine: Christie,
Hammet e Conan Doyle), collegati a un computer, ricevono e trasmettono visioni
sui crimini che verranno commessi nel futuro. Gli agenti provvedono dunque alla
cattura dei futuri criminali e ad un riesame attraverso un discendente della
macchina della verità: uno scanner ottico che legge e riproduce su CD i
pensieri degli indagati. Tutto bene, fino a quando il nuovo indiziato diventa
lo stesso Anderton. Le ipotesi sono almeno tre:1) Anderton commetterà un
omicidio; 2) qualcuno sta cercando di incastrarlo; 3) i precog hanno sbagliato.
Qui sta il dilemma: i precog possono sbagliare? E dove sta la verità se, come
in questo caso, il risultato delle loro visioni è discordante (il “rapporto
minoritario” del titolo)?
Ovviamante, come tutte le storie di Dick, anche questa
lascia trapelare diversi inquietanti quesiti di ordine filosofico oltre che
sociale: può essere davvero desiderabile e, soprattutto, perfetto un sistema
che ha un’ingerenza totale nella vita dei cittadini (i richiami alla Cia e all’FBI
sono puramente voluti); siamo davvero in grado di autodeterminare il nostro
destino o questo è retto invece da qualche entità superiore? Malgrado le grandi
capacità di Spielberg come regista,
è poco probabile che il film riesca
a uguagliare la ricchezza di tutto questo sostrato di pensiero: da un lato per
via delle trame dello stesso Dick, piuttosto
intricate, per cui è facile che assorbano gran parte della concentrazione; dall’altro,
per la natura non esattamente filosofica del buon Spielberg; tuttavia bisogna
dire che nessun regista oggi si permetterebbe di avvicinarsi con leggerezza all’universo
PKD, così poco
considerato quand’era in vita.
Le musiche sono affidate ancora una volta a John Williams (musicista “di famiglia”, dato
che è anche l’autore della colonna sonora della saga lucasiana di Star Wars) e
la fotografia a Janusz Kaminski (che due anni fa ha tentato infelicemente la
via della regia con Lost Souls).
Gli effetti speciali sono curati dalla Industrial Light & Magic e il budget
totale è di 80 milioni di dollari.
Nel cast, accanto a Cruise, figurano Colin Farrell (Tigerland, 2000) e Samantha
Morton. Samantha interpreta Agatha,
una dei tre precog: 25 anni, inglese, è senz’altro una delle migliori attrici del
momento: emersa grazie al bellissimo Under the Skin, ha
lavorato già con registi come Woody Allen (Accordi e
disaccordi,1999) e Amos Gitai (Eden, 2000).
Tra gli altri film tratti dalle opere di Dick: Atto di forza
(1990), il francese Barjo
(1992) e Screamers - Urla dallo spazio (1999). Da notare che fino ad ora sono
stati soprattutto i racconti a ricevere le cure degli adattatori per il grande
schermo. Speriamo vivamente che prima o poi vedano la luce – e nella maniera
più appropriata - alcuni dei capolavori, quali Ubik, L’uomo nell’alto castello
o la trilogia di Valis.
Minority Report uscirà nelle sale italiane il 27 settembre.
Voto
7 ½
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