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Pallottole su Broadway

Non è che l’ennesima ‘perla’ della filmografia alleniana, Pallottole su Broadway, una frizzante commedia che può contare su una sceneggiatura a prova di bomba e su un notevole ritmo. Il film, ambientato nella New York di fine anni Venti, racconta l’affascinante avventura metateatrale di un giovane autore decisamente purista, che però finirà per scendere a compromessi per mettere in scena una sua commedia. L’ingranaggio impazzito della storia è la guardia del corpo della ragazza del gangster-produttore, imposta di forza all’autore (nonché regista) in cambio dei dollari sporchi necessari a finanziare lo spettacolo: sarà proprio lo scagnozzo, previo opportuni aggiustamenti, a rendere la storia funzionale al cast portandola dritta al successo (e togliendo di mezzo la mediocre attricetta). Alla frase iniziale del protagonista (“Io sono un artista”) si richiama l’ultima (“Io non sono un artista”), che inquadra in modo perfettamente circolare la sua maturazione di autore da intellettuale ad uomo, dalla teoria alla dura pratica. Pallottole su Broadway finisce per essere propositivo anche sul versante critico: per Woody Allen l’arte sembra essere qualcosa che deve nascere dalla realtà per poi diversificarsene e spiccare il volo. Nel cast, oltre a Cusack nella parte del protagonista, spiccano Palminteri nel ruolo dell’impagabile gangster dal limpido talento drammatico e la Wiest, che fu premiata con un Oscar.

Voto 8