Festival France Odeon 2025
Dalloway, 2025
L'Inconnu de la Grande Arche, 2025
François Mitterrand, appena eletto Presidente della Repubblica, dichiarò di avere grandi progetti per la Francia e soprattutto per la sua capitale, che era ed è tutt’oggi il centro nevralgico della nazione. All’inizio del suo mandato il presidente volle dare un'impronta personale e assolutamente moderna a Parigi e al paese varando le Grandes opérations d'architecture et d'urbanisme. Ma alcuni di questi progetti simbolici e ricchi di grandeur, come l’Arco de la Défense furono ridimensionati in corso d’opera.
Il plot di questo azzeccato L'Inconnu de la Grande Arche prende il via proprio nel 1982, quando viene bandito con grande rilievo internazionale il concorso di architettura Tête Défense. L’obiettivo è realizzare un edificio iconico che rappresenti a pieno, come un testimonial ante litteram, il nuovo quartiere finanziario europeo in via di costruzione a Parigi, la Grande Arche de la Défense.
Sviluppa questa storia di architettura e di umanità il regista Stéphane Demoustier con il suo raffinato quinto film, che è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del settantottesimo Festival di Cannes e ha vinto i Premi Foglia d’Oro come miglior film e per la Miglior Colonna Sonora Originale, con il soundtrack realizzato dal compositore Olivier Marguerit, alla XVII edizione del festival France Odeon, che si è tenuto dal 30 ottobre al 2 novembre 2025 al Cinema La Compagnia di Firenze.
Ma, partiamo dagli inizi, da un evento imprevisto e imprevedibile che lasciò attonito ai tempi il paese che conta: la vittoria di un signor nessuno del prestigioso concorso pubblico. Si chiamava Otto von Spreckelsen e fino a quel momento, aveva realizzato la sua casa e quattro chiese in Danimarca, ma il progetto di questo allora sconosciuto insegnante di architettura di Copenaghen conquistò a sorpresa la giuria del concorso. Merito di una visione fuori dagli schemi, ma anche di una progettualità improntata al rigore e alla trasparenza che sbaragliò la concorrenza, aggiudicandosi la realizzazione di un’iconica Grande Arche. Un monumento funzionale, capace di aprirsi alla città come un nuovo varco panoramico, come un portale capace di dare continuità alla prospettiva che unisce idealmente, passando dagli Champs Elysées, l’Arco di Trionfo del 1836 al nuovo Grande Arco inaugurato nel 1989.
Otto von Spreckelsen portò avanti questa sua ispirazione creativa senza esitazioni e con grande determinazione, non cedendo a compromessi e mantenendo la schiena dritta anche con i gangli del potere che tentarono in tutti i modi di condizionarlo.
La pellicola prende le mosse dalle vicende reali riportate dal libro di Laurence Cossé, "Le Grande Arche" ripercorrendo la parabola dell’architetto danese e del suo rigoroso sogno architettonico. Otto von Spreckelsen che all’inizio viene lodato e motivato da un Mitterrand entusiasta, viene poi pian piano disilluso dalla burocrazia francese, messo in crisi dai bilanci problematici e soprattutto dalla politica francese che mal digeriva le pretese di controllo assoluto di questo integro professionista- sognatore su tutti gli aspetti del suo processo creativo. Quando tutto sembrava andare verso il meglio e premiare la sua ostinazione nel voler costruire alla sua maniera il grande arco, von Spreckelsen viene invitato a rivisitare il suo progetto verso il basso, ma non accettò il ridimensionamento e abbandonò il cantiere, lasciando la prosecuzione dell’opera in altre mani. Lungi dall’essere solo un film sull’architettura, L'Inconnu de la Grande Arche di Stéphane Demoustier apre un focus credibile e a tratti auto ironico sulle scellerate pratiche del potere che non accetta di essere ridimensionato da chicchessia e continua senza posa a tessere le sue trame.
L'Inconnu de la Grande Arche, regia di Stéphane Demoustier. con Claes Bang, Sidse Babett Knudsen, Xavier Dolan, Swann Arlaud, Alessandro Bressanello. titolo originale: L'Inconnu de la Grande Arche, titolo internazionale: The Great Arch. Genere Drammatico, - Francia, 2025, distribuito da Movies Inspired.
Voto
7½