La vampa d'agosto
La luna di carta
Privo di titolo
La prima indagine di Montalbano
La presa di Macallè
Il giro di boa
Le inchieste del commissario Collura
Camilleri legge Montalbano
La linea della palma
La paura di Montalbano
Il ladro di merendine in Cd-rom
Il re di Girgenti
L'odore della notte
La scomparsa di Patò
La testa ci fa dire
La gita a Tindari
Gli arancini di Montalbano
La mossa del cavallo
La concessione del telefono
Dopo
aver sfogliato questo scarno volumetto, verrebbe spontaneo scrivere "in
principio era Cecè Collura". In realtà per il secondo investigatore di Andrea Camilleri il principio non
c'era mai stato: Cecè Collura era l'altro possibile nome per il personaggio,
ormai assurto a caso
nazionale letterario-televisivo, del commissario di Vigàta Salvo Montalbano, coniato dall'autore
siciliano come omaggio al collega iberico Manuel Vázquez Montalbán per la
dritta strutturale suggeritagli dalla lettura non di uno dei gialli della serie
Pepe Carvalho, ma de Il pianista, romanzo sperimentale, aperto. Ad ogni
modo Vincenzo Collura detto "Cecè" rimase "appeso" alla
penna di Camilleri, a detta dello stesso scrittore, e così fu per lui naturale
ricordarsene, riesumarlo, dargli forma e sostanza narrativa in occasione di una
collaborazione con il quotidiano torinese "La
Stampa" nell'estate 1998 per una serie di brevi racconti gialli. Se
Camilleri aveva deciso di scrivere un romanzo giallo per mettersi alla prova,
parafrasando Sciascia, con una gabbia strutturale che costringesse lo scrittore
a porsi sullo stesso piano del lettore, ne Le inchieste del commissario
Collura, per la particolare brevità richiesta dal tipo di pubblicazione, Camilleri ha
scelto di giocare la carta del sottogenere, con una serie di piccoli casi
gialli (ma non troppo) che hanno un'ambientazione volutamente ristretta come
una nave da crociera, sull'illustre scia dell'esempio di Agatha Christie. Il
protagonista degli otto racconti, Collura, è un commissario siciliano che, a
causa di una ferita di arma da fuoco, è stato costretto a sei mesi di
convalescenza ma, invece di trascorrere il tempo in beato riposo, ha deciso di
passare parte dei mesi di vacanza forzata lavorando come commissario di bordo
in una nave da crociera, nonostante non ami particolarmente il mare. A
differenza di quanto l'ambientazione vacanziera e spensierata potrebbe
suggerire, sulla testa di Collura i casi pioveranno copiosi: il commissario,
aiutato dal fedele collega triestino Scipio Premuda, si ritroverà ad indagare
intorno a gialli esili quanto divertenti, che spesso neppure richiederebbero
una soluzione, non fosse che l'istinto da vero sbirro di Collura lo costringe a
cercare la verità anche quando le circostanze non renderebbero l'indagine
necessaria. Leitmotiv dichiarato degli otto casi, sorta di trait
d'union che collega i vari finali, è il doppio, l'apparenza, il virtuale:
il curioso mistero del finto cantante, un fantasma che non c'è, due gemelle
interscambiabili, un omicidio falso e truffaldino, una bisca clandestina, una
frode assicurativa, una bambina scomparsa (ma da anni), una vedova
inconsolabile ed introvabile. Il volume è punteggiato anche da un doveroso cameo
di Salvo Montalbano,
amico e maestro di Collura. Nell'intervista che chiude il volume Camilleri anticipa
anche un possibile team up dei due commissari siciliani: attendiamo
fiduciosi.
Andrea
Camilleri, Le inchieste del commissario Collura, Pistoia, Libreria dell’Orso, 2002; pp. 96
Voto
7