Giornalista (è vicedirettore de “La Stampa”), scrittore, ospite fisso della trasmissione di RaiTre Che
Tempo Che Fa , classe 1960, Massimo Gramellini. ha riversato in questo romanzo autobiografico l’evento culminante della sua infanzia, la morte della madre, avvenuta quando l’autore aveva nove anni appena compiuti, e le conseguenze di
questa tragedia, le cui precise circostanze ha
ignorato per ben quarant’anni. La storia è preceduta dall’incontro del protagonista, nel presente, con una persona di famiglia che gli consegna un segreto chiuso dentro una busta vecchia di quattro decadi, un segreto legato ad un trauma (anzi, al trauma) che ha caratterizzato tutta la sua vita. Poi la storia ricomincia proprio da lì, dalla mattina dell’ultimo dell’anno del 1969, quando il
protagonista bambino si risveglia e scopre il padre distrutto dal dolore: senza
spiegazioni viene mandato dai vicini a passare un
triste Capodanno. Pochi giorni dopo apprende da un sacerdote che sua mamma è morta, ed inizia un’ardua convivenza con un padre taciturno, con cui ben presto si ritrova legato soltanto dalla comune passione sportiva per il Torino. Per lui si alternano anni difficili, marcati dalla
vergogna di sapersi orfano e di non sapersene dare una
ragione, neanche quando cinque anni dopo il padre gli rivela che la madre è
morta di tumore. Cresce tra mille insicurezze e indissolubili paturnie
esistenziali, che lui con una certa ironia chiama Belfagor, un’entità maligna che non lo lascia mai, neanche quando si ritrova a studiare
all’università e inizia a collaborare scrivendo articoli sportivi per alcuni giornali, neppure quando passa per l’inferno di Sarajevo in guerra o quando realizza che il suo primo matrimonio è fallito per la sua
paura di avere un bambino. Finché la verità su sua madre esploderà tra le sue
mani, ironia della sorte, attraverso un vecchio articolo di giornale, costringendolo
a scendere a patti con il suo demone interiore ed a risorgere attraverso un salvifico perdono. Non sveliamo il finale, ovviamente,
per non cancellarne il formidabile impatto emotivo. Basti dire che Fai
bei sogni è esattamente quello che sembra dalla storia che racconta: un’esperienza dura ed intimamente toccante. Assolutamente da provare.
Massimo Granellini, Fai bei sogni, Milano, Longanesi, 2012; pp. 230
Voto
8