E’ un viaggio appassionante e sorprendente quello
narrato da Niccolò Falchini in “Le nubi volano basse” il suo romanzo di debutto, pubblicato dalla casa editrice
Albatros Il Filo nella sezione Nuove Voci. Il giovane narratore fiorentino (è nato a Bagno a Ripoli il 10/04/1988) riesce a intrigare sia quando questo suo errare si
dipana fra l’Italia, l’Inghilterra e luoghi esotici, sia quando il viaggio diventa interiore, svelando dubbi, dolori e passioni di un ragazzo che corre verso la maturità. Ambienti e situazioni interne ed esterne illuminano un animo
sensibile che ha il coraggio (o forse la necessità) di mettersi in crisi. E cercare di reagire. Riccardo (che è il protagonista e non si sa quanto rappresenti l’alter ego del narratore stesso) si sposta da Firenze a Londra, poi di nuovo a Firenze per poi affrontare un viaggio iniziatico che lo porterà dal Messico al Chiapas, dal Belize al Guatemala. E se in Italia sono preponderanti i rapporti con i genitori e in Inghilterra quelli con la fidanzata, via via che il viaggio si allontana dall’Europa la liberazione
dalle costrizioni fa librare la sua mente verso una condizione nuova. La mente si apre, i sensi si acuiscono e, mentre gli occhi solcano nuovi paesaggi e stupori l’anima si arricchisce di nuove conoscenze. Amici di una sera, fulminee avventure amorose o guide spirituali che siano, i
personaggi che si muovono accanto a Riccardo accendono in lui sprazzi di vita nuova o comunque creano i presupposti per una visione diversa rispetto ai soliti problemi. Come nella salita di uno sperticato albero della cuccagna, più
il protagonista si allontana dalla terra conosciuta, più riesce a intravedere il premio (la serenità) tanto agognato. Ma il palo è scivoloso e, quando le soluzioni sembrano a portata di mano, il viaggio (anche quello esoterico) ricomincia, apparentemente senza soluzioni di continuità. Le domande che Riccardo ha finalmente il coraggio di farsi non hanno risposte immediate, ma pagina dopo pagina il lettore ha la sensazione che questo percorso di conoscenza si stia evolvendo e finisce per condividere l’urgenza emozionale del protagonista, la sua tenacia nel non mollare ed andare avanti verso la luce che intravede alla fine del tunnel. Ed è proprio in questo senso di evoluzione costante che affascina e avvince la lettura. Il fresco e ritmato stile di scrittura di Falchini fa il resto. E alla fine si ha
la soddisfazione di essersi fatti rapire da un romanzo che, evitando luoghi comuni e furbizie editoriali, ti regala un autentico senso di evasione. Un’ottima opera prima che sottolinea il talento e le potenzialità creative di questo giovane scrittore che ha il pregio di interrogarsi con curiosità verso il contemporaneo che ci circonda e quello che abbiamo
dentro di noi.
Voto
7 ½
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