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Spider-Man: Blue
Diciamolo
subito: esistono i buoni fumetti e le gemme fumettistiche, e Spider-Man:
Blue appartiene decisamente alla seconda categoria. Questa deliziosa
miniserie in sei capitoli ricondurrà sul viale dei ricordi gli estimatori della
Golden Age della storica serie "Amazing Spider-Man", nei favolosi
anni Sessanta, ai tempi in cui Stan Lee
sceneggiava in punta di penna le storie dell'ancora imberbe arrampicamuri ed un
giovane autore di nome John Romita (futuro padre del grande talento John Jr.),
dopo un apprendistato nei fumetti rosa, cominciava a cesellare con le sue
incomparabili matite una tranche di avventure che sarebbero rimaste
indelebilmente incise nella memoria dei Marvel
fans. I due artefici dell'operazione sono Jeph Loeb e Tim Sale, la
premiata coppia già autrice di gioiellini del calibro di Wolverine/Gambit
e Devil: Yellow: la chiave di rilettura del periodo d'oro del tessiragnatele è
denunciata fin dal titolo, con l'aggettivo "blue" da intendersi in
senso jazzistico, nella sua valenza di "malinconico",
"triste", "nostalgico". Non a caso il punto di vista
narrativo è dichiaratamente rievocativo, con la voce fuori campo di Peter Parker che ricostruisce à
rébours gli anni della sua giovinezza perduta incidendo i suoi ricordi su
un nastro magnetico. Tutto prende avvio da una tappa celebrativa di cui l'Uomo Ragno non ama parlare e che si
ripete puntualmente ogni anno, quando il tessiragnatele ritorna mestamente sul
Ponte di Brooklyn a depositare una rosa rossa in ricordo di Gwendolyne Stacy,
la sua ragazza del cuore, proprio qui barbaramente uccisa anni prima dalla sua
nemesi storica, ovvero Goblin, il folletto verde. E' da qui che Jeph Loeb &
Tim Sale prendono spunto per rituffarsi nell'adolescenza di Peter Parker, all'epoca della sua
metamorfosi da topo di biblioteca ad affiliato del gruppo di amici che amavano
ritrovarsi nel mitico Coffee Bean Bar: Harry Osborn, Flash Thompson, la bionda
Gwen Stacy e, di lì a poco, anche la splendida rossa Mary Jane Watson, che
molto tempo dopo sarebbe divenuta la moglie dell'Uomo Ragno. Nei primi due
capitoli di Spider-Man: Blue i due autori ci ripropongono il grande
scontro tra Spidey
e Goblin/Norman Osborn in cui i due nemici scoprirono le rispettive identità
segrete (conclusosi con una provvisoria amnesia del supercriminale), il magico
momento in cui Peter si comprò una moto d'annata, il primo vero incontro con
gli occhi irresistibili di Gwen Stacy, la battaglia con un Rhino all'apice
della furia ed infine la spiazzante conoscenza di Mary Jane Watson, punteggiata
da una battuta di culto tra i ragnofili D.O.C. ("Ammettilo tigrotto, hai
appena fatto centro!"). Il tutto con un'ambientazione che strizza l'occhio
in continuazione ai mitici anni Sessanta, ricostruiti con incredibile dovizia
di dettagli. Una miniserie davvero imperdibile: una volta giunti alla fine dei
due capitoli presentati nel primo albo s'innesca immediatamente il desiderio di
leggere le mirabilia che sicuramente Loeb & Sale avranno allestito
nel prossimo.
Marvel Miniserie N. 45, Spider-Man: Blue # 1, mensile, pp. 48 [Marvel italia]
Voto
8½