Spider-Man
Regia di Sam Raimi
Cast: Tobey Maguire, Willem Dafoe, Kirsten Dunst, James Franco, Cliff Robertson, J.K. Simmons; fantastico/azione; Usa; 2002; C.
Una stupefacente macchina d'intrattenimento
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Difficile
prescindere dal film che finora ha registrato i maggiori incassi della storia
del cinema, ancora più difficile se si tratta della traslazione dal fumetto al
grande schermo di uno degli eroi di carta maggiormente amati a livello
planetario, ovvero Spider-Man. Diciamo
subito che Sam Raimi è riuscito a catturare l’essenza del supereroe rosso-blu
grazie ad una puntuale rilettura delle origini del personaggio e ad un
sostanziale aiuto dell’animazione digitale, certo indispensabile per rendere
efficacemente le sequenze più spettacolari, ma non invasiva ai fini del
racconto filmico. La storia
alla base di Spider-Man
è incentrata sulla trasformazione, per un incidente assolutamente casuale, di
un normale teen ager newyorchese nello stupefacente tessiragnatele ma
prima, sequenza dopo sequenza, Raimi si premura di farci conoscere il giovane
protagonista da vicino: Peter
Parker è orfano, vive nel Queens con gli anziani zii Ben e May, è un
secchione, appassionato di fotografia, timidissimo, innamorato dalla prima
elementare della sua vicina di casa, la favolosa Mary Jane Watson, tipica
ragazza della porta accanto nonché studentessa più corteggiata del college del
protagonista. L’incidente che cambia la vita di Parker si verifica durante una
visita ad un sofisticato centro scientifico di ricerca: Peter viene punto
accidentalmente da un ragno geneticamente modificato che, nel breve volgere di
una notte, trasforma il corpo del ragazzo dotandolo di sorprendenti poteri.
L’indomani Peter si risveglia, si reca a scuola come sempre e, gradualmente,
impara a conoscere tutte le sue nuove stupefacenti capacità: una forza
incredibile, velocità ed agilità sovrumana, un sesto senso che lo avverte in
anticipo dei pericoli, la capacità di aderire ai muri e di produrre dai polsi
una sorta di ragnatela. Le sequenze migliori di Spider-Man sono proprio quelle della
prima parte, in cui Peter è il primo a sorprendersi dei propri poteri e si comporta
come qualunque adolescente sfigato farebbe al suo posto: prendendosi una sana
rivincita col bullo della scuola, cercando di guadagnarci qualche dollaro e,
fondamentalmente, divertendosi da morire. A portare Peter verso la dimensione
supereroistica è una tragedia personale: un ladro lasciato scappare per ripicca
ucciderà il suo amato zio Ben, insegnandogli per sempre che da grandi poteri
derivano grandi responsabilità, spingendolo a cucirsi un ‘vero’ costume da Spider-Man ed a diventare un
vigilante mascherato. Nel frattempo Norman Osborn, ricercatore e proprietario
della Oscorp, per non perdere le sovvenzioni governative testa su se stesso un
siero sperimentale, acquistando una forza incredibile ma anche una latente
personalità schizoide, diventando il supercriminale che J. Jonah Jameson,
direttore del “Daily Bugle”, battezzerà Goblin, storica nemesi
dell’arrampicamuri nella serie a fumetti. Intanto Peter si è trasferito a
Manhattan nell’appartamento del suo migliore amico, Harry, il figlio di Norman
Osborn: Harry peraltro ha cominciato a frequentare Mary Jane, che a sua volta
ha iniziato a subire il fascino discreto del nostro simpatico Spider-Man di
quartiere. In attesa del classico confronto all’ultimo sangue tra il buono
ed il cattivo Raimi ha anche trovato lo spazio per inserire un bacio da
antologia (e sotto la pioggia) tra Spider-Man a testa giù ed una riconoscente
Mary Jane appena salvata dalle insidie di una banda di teppisti. C’è anche un cameo
della cantante Macy
Gray che esegue My nutmeg fantasy poco prima del primo micidiale
scontro tra Goblin e Spider-Man. Avvincente, autoironico, divertente, ricco di verve
e filologicamente
corretto sotto il versante fumettistico: nel realizzarlo Raimi ha cercato
di rendere al meglio un universo narrativo già stratificato e perfettamente
funzionante, senza puntare tutto sulla propria personale interpretazione del
tessiragnatele, un approccio agli antipodi rispetto a quanto fece Tim Burton
nel primo atto di Batman, insomma. Il cast è complessivamente
in parte, l’ambientazione perfetta, le sequenze acrobatiche e di combattimento
altamente spettacolari: Spider-Man non è un capolavoro ma sicuramente
una stupefacente macchina d’intrattenimento.
Spider-Man, regia di Sam Raimi, con Tobey Maguire, Willem Dafoe, Kirsten Dunst, James Franco, Cliff Robertson, J.K. Simmons; fantastico/azione; Usa; 2002; C.; dur. 2h e 1'
Voto
7½
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