Santiago, Italia
Mia Madre
Habemus Papam
Il caimano
Cannes 2001: il trionfo di Nanni Moretti
La stanza del figlio
Aprile
Caro diario
Palombella rossa
La messa è finita
Bianca
Ecce bombo
Tre anni dopo Mia Madre
Nanni Moretti ha realizzato il tredicesimo lavoro della sua filmografia. L’interessante Santiago, Italia. il nuovo film-documentario diretto dal regista romano, che ha chiuso in bellezza la trentaseiesima edizione del Torino Film Festival, racconta l’epopea (e il salvataggio) di più di 250 cileni, che l’ambasciata italiana a Santiago compì all’indomani del colpo di stato del 1973, viene proiettato, dal 6 dicembre (alle 17, 18,30, 20 e 21,30), fino al 19 dicembre 2018 in esclusiva allo Spazio Alfieri di Firenze. Santiago, Italia racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende in Cile, pare con il sostegno della Cia e degli Stati Uniti. “Io non sono imparziale”, è così che Nanni Moretti rompe con la ritualità piuttosto classica fatta di interviste e materiali di repertorio con cui ha impostato il suo film, per inserire quello che appare un fuori onda, in cui uno dei due militari da lui intervistati gli dice di aver accettato di parlare perché rassicurato sulla sua presunta imparzialità. Ma come si può essere imparziali di fronte al bombardamento dell’esercito del suo stesso palazzo presidenziale, per cacciare un governo democraticamente eletto, caso unico per un partito comunista, che aveva portato avanti una politica totalmente legittima? Il docufilm, che è prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema, come dicevamo, si concentra, in particolare, sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Particolarmente accurata è la scelta delle persone intervistate, militanti di sinistra perseguitati dal regime e rifugiati nell’ambasciata italiana. Le modalità con cui centinaia di persone arrivarono nel perimetro della sede diplomatica furono spesso rocambolesche, mentre le stanze si riempivano di cileni di ogni età, molti anziani e bambini, dopo la decisione autonoma dell’ambasciatore italiano di accettarli tutti, in mancanza di una posizione chiara del ministero degli esteri di Roma.
Voto
8