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  25/04/2024 - 22:03

 

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Cannes 2000: la premiazione
...without leaving a piece of youth
Ultima Corrispondenza dalla Croisette

 




                     di Wladimir Catanzaro


Presentazione del Festival di Cannes 2001
Panoramica di Cannes 2001
I premi di Cannes 2001
La stanza del figlio
The man who wasn't there
Shrek
Moulin Rouge
The Pledge - La promessa
Almost Blue


Cannes 2000: presentazione del festival
Cannes 2000: seconda corrispondenza
Cannes 2000: terza corrispondenza
Cannes 2000: quarta corrispondenza
Cannes 2000: la premiazione
Panoramica di Cannes 1999
Cannes 1999: la premiazione


On y va. Stanchi e spossati, ma gaudenti, brandiamo le scarne valigie. Cannes addio. Addio torpore del 2000, addio feste noiose, addio film all’ombra del Palazzo del Cinema. Partiamo, ma abbiamo vinto noi. Lars Von Trier ha vinto. E cambierà il cinema, con la classicità nell’ultramodernità di Dancer in the Dark. Non si può accendere un fuoco senza una scintilla, diceva Springsteen nella quasi omonima canzone. Dancer in the Dark è di tutto e di più, cinema e video, musica e dolore, Europa e America. Ha vinto Björk, enigmatica e potente, l’arcano più rilevante che il pop abbia mai estratto da se stesso.
Ha vinto anche Wong kar-wai, con un film non: non finito e senza finale, non montato, non mixato. Ha vinto solo un premio per Tony Leung, ma ha vinto anche con la sua idea di cinema rigoroso e visionario, più controllato eppure sempre melò. Ha vinto il cinema orientale, mai come questa volta perfetto e intrigante, con Jiang Wen e Edward Yang in grande evidenza. Ha perso il cinema americano, perché i Coen hanno pasticciato e LaBute fa le prove per Hollywood (ma sono belli, i loro film). Hanno vinto gli outsider, i dimenticati come lo svedese Roy Andersson, venticinque anni senza girare un metro di pellicola. Hanno perso i senescenti, come Ken Loach e James Ivory. Ha perso il cinema italiano, perché se ci fosse stato avrebbe fatto solo la comparsa. Cartolina da Cannes 2000 ? L’emozione di vedere anche solo per un momento Gregory Peck, da sempre in Vespa, il tinello godardiano del nostro residence, la pioggerella dei primi giorni e le spiagge degli ultimi. Quarantotto franchi vinti alle slot-machines. Non puoi mai lasciare la Croisette senza perdere un pezzo di gioventù.

Voto 7 

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