Alle porte di settembre, arriva immancabilmente il Festival di Venezia a chiudere l’anno cinematografico attuale e per questo si tirano le somme di un’annata che ha visto luci e ombre tra
ingressi in sala e titoli di autori blasonati.
La Mostra alza il tiro e presenta un edizione piena di pellicole allettanti con ben novantotto opere
tra lunghi e corti, serie, lavori di finzione e documentari: a questi ovviamente si devono poi
aggiungere gli annunci già fatti nei giorni scorsi; Venezia Classici, concorso cortometraggi, SIC e quelli che verranno, come il programma delle Giornate degli Autori. Se il confronto tra Cannes di quest’anno e la manifestazione lagunare è sempre stata accesa e combattiva, possiamo notare che la
direzione intrapresa da Thierry Frémaux è apparsa quella di muoversi in territori diversi dal solito,
provando a puntare su nuove leve per quanto riguarda il concorso internazionale vedi Oliver Laxe e
Bi Gan; Barbera punta sui cavalli di razza e autori acclamati come: Park Chan-wook, Jim Jarmusch,
Kathryn Bigelow, Paolo Sorrentino e habitué della kermesse, quali Lanthimos, Ozon, Baumbach,
Rosi. Ovviamente la fa da padrone la cinematografia occidentale con una maggioranza schiacciante
e lasciando uno spazio marginale ad altri continenti poco rappresentati nel suo insieme, come
accade oramai da tempo sotto la direzione di Barbera.
Su 21 film del concorso ben 14 battono bandiera statunitense, italiana o francese, ed è elemento
questo che deve meritare una riflessione, visto che stiamo parlando di Mostra e non di Festival,
limitando la visione di cinema mondo in una sola direzione. Comunque puntiamo lo sguardo
fiducioso sulle opere attese di Mamoru Hosoda, Werner Herzog, Tsai Ming-liang, e sperare in
alcuni dei film italiani, come l’opera terza di Paolo Strippoli e la seconda di Laura Samani.
Ci auguriamo che sia una manifestazione piena di sorprese e chissà che non possa vincere questa
volta un Leone d’oro un film italiano.
Voto
8 -
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