Bilancio Festival del Cinema Venezia 2003
Festival del Cinema Venezia 2003
Primo reportage di Scanner da Venezia
Secondo reportage di Scanner da Venezia
Terzo reportage di Scanner da Venezia
Buongiorno, Notte
Il genio della truffa
Anything else
The dreamers - I sognatori
Prima ti sposo, poi ti rovino
Finalmente è partito il festival del cinema 2003, e da subito siamo catapultati in una visione dietro l'altra. In fondo, questa non è la magia del festival di Venezia?. Prima di tutto ci occupiamo del film d'apertura, Anything Else di Woody Allen, che dimostra con questa pellicola una ritrovata vitalità comica, seguendo le disavventure amorose di un giovane scrittore di barzellette ( Jason Biggs) amico
con un professore ebreo ossessionato dall'antisemitismo ( lo stesso Allen); Il tutto completo di un cast in piena forma, comprendente Cristina Ricci e Danny de Vito, che danno vita ad una sarabanda di avvenimenti esilaranti riusciti. Il merito di Allen è di aver ripreso una certa vena comica ma che si ammanta di malinconia che segna profondamente l'esistenza del giovane scrittore. In fondo la vita non è così? Allen ci dimostra che è ancora artisticamente vivo. Nel concorso ufficiale si è potuto vedere Raja di Jacques Doillon, che costruisce un gioco di forza e passione intorno alla figura di un ricco tenutario francese in vacanza in Marocco, che si innamora di una giovane ragazza del luogo. Il film si sviluppa intorno ai personaggi, abile nel giostra gli avvenimenti seduttivi di un rapporto in bilico tra la verità e la menzogna dell'amore. Una pellicola squilibrata, ma che segnala il carattere autoriale di Doillon, regista poco conosciuto da noi. La vera sorpresa del festival è sicuramente Goodbye Dragon Inn di Tsai Ming Liang, che ci catapulta nella vita di un cinema, dove si alternano le vicende di spettatori, la cassiera del cinema e il proiezionista, in una dimensione onirica che radicalizza l'incomunicabilità dei personaggi, che vivono in un vuoto pneumatico di suoni e voci che derivano dalle immagini dell'originale Dragon Inn di King Hu, proiettato in sala. Un inno al cinema, e alla sua precaria esistenza, che si trasforma nella forma esplicita di un cinema fuorviante, ellittico, di un autore come Tsai. Da vedere subito. Ma il film che solleverà sicuramente le vere polemiche è Segreti di Stato di Paolo Benvenuti, che ci riporta al periodo della condanna a Pisciotta, braccio destro di Salvatore Giuliano, per il massacro di Portella della Ginestra. Un opera coinvolgente nel suo formalismo rosselliniano, che lucidamente costruisce un atto d'accusa documentato, che ci riporta dentro i meandri oscuri della nostra storia. Lo stile unico di Benvenuti ci riporta la storia dei quei avvenimenti attraverso uno sguardo vero, diretto. Per il resto, la mostra va avanti, e non vediamo l'ora di vedere Kitano e Bellocchio... I divi sopraggiungono giorno dopo giorno e la manifestazione sta entrando nel suo clou mondano. Per finire, la settimana della critica ha presentato fino adesso delle opere insignificante e la sezione cinema controcorrente non entusiasma ancora...staremo a vedere nei prossimi giorni.
Voto
7