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  20/04/2024 - 13:27

 

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II reportage da Venezia
Scanner cinema special
60. Mostra internazionale d'arte cinematografica
Promossi e bocciati

 




                     di Matteo Merli


Bilancio Festival del Cinema Venezia 2003
Festival del Cinema Venezia 2003
Primo reportage di Scanner da Venezia
Secondo reportage di Scanner da Venezia
Terzo reportage di Scanner da Venezia
Buongiorno, Notte
Il genio della truffa
Anything else
The dreamers - I sognatori
Prima ti sposo, poi ti rovino


La 60° Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia è entrata nel vivo, con la proiezione di autori conosciuti e importanti come Lars Von Trier, quì presente con il documentario The Five Obstructions, diretto in coppia con Jorgen Leth. La pellicola parte dalla sfida che il regista danese propone a Leth, nel girare una nuova versione del suo cortometraggio L'uomo perfetto con alcuni vincoli, aggiornati volte per volta da Trier. Ci troviamo di fronte ad un opera di stampo sperimentale che non dice nulla di nuovo, che utilizza il cinema come chiave interpretativa dell'uomo, interrogandosi sulla creazione dell'arte e della vita. Gli anni settanta sono ormai un ricordo lontano, ma Trier non se n'è accorto. In concorso a Venezia si è visto il Miracolo di Edoardo Winspeare, che racconta di un ragazzino che nell'assolata Taranto rimane vittima di un incidente stradale a causa di una ragazza sbadata. Risvegliatosi da questo trauma, il bambino compierà un miracolo, riportando in vita un paziente ormai in fin di vita. Da questo punto in poi l'attenzione della famiglia cadrà sul ragazzino, che si trova coinvolto nell'attività di un padre che è in crisi con il lavoro, e la giovane disadattata che lo ha investito. Un film pieno di spunti interessanti, che però rimangono inespressi a causa di una pessima costruzione dei personaggi e di una sceneggiatura farraginosa.

Non poteva mancare nel concorso invece l'inossidabile Manoel de Oliveira, che presenta Un Film Falado. Opera che ruota intorno al viaggio di una insegnante e la sua bambina in nave da Lisbona fino a Bombay per raggiungere suo marito. Uniche fermate: Marsiglia, Napoli e Atene, dove si imbarcheranno tre donne di fama internazionale. Per l'insegnante non sarà solo un viaggio di piacere, ma una vera immersione nella storia di questi posti, che rappresentano la culla della civiltà europea. De Oliveira si abbandona alla sua solita arte compositiva, con una cadenza narrativa che inganna lo spettatore nel finale. Ormai il regista lusitano ironizza sulla vita, e su come noi occidentali siamo omai alla deriva, con ironia dissacrante. In controcrrente si è potuto vedere Lost in translation, ultima pellicola di Sofia Coppola che segue le disavventure di un attore americano ( Bill Murray ) che arriva in Giappone per girare uno spot pubblicitario. In questo suo calvario comico, a causa delle incomprensioni dialettiche, si trova confinato in hotel e viene in contatto con una giovane moglie ( Scarlet Johansson ) insoddisfatta del suo matrimonio.Dopo una prima parte comica, il film segue la relazione che si instaura tra l'attore e la ragazza, che sentimentalmente li porta ad affrontare la loro vita con una nuova determinazione, pur rinunciando al loro amore. Il secondo film della Coppola, delude a causa per una messinscena spesso banale e priva di intuizioni originali. La vera sorpresa della sezione controcorrente e la seconda opera del regista Daniel Rosenfeld che presenta il suo La quimera de los heroes. Questo docu-fiction segue da vicino la vita di un allenatore di rugby argentino, deciso a portare avanti la sua avventura con una squadra di indigeni nel cuore della nazione. Un opera epidermica, capace di entrare nella profonda esistenza del protagonista con sincera emozione, grazie ad un utilizzo del sonoro ineccepibile. Un film che ci riconcilia con il cinema, e ci insegna come oggi il documentario sia un mezzo efficace per interpretare la realtà. Una vera sorpresa. Per finire, segnaliamo il ritorno di Bernardo Bertolucci con The Dreamers, che racconta del rapporto che lega un studente americano a Parigi nel 68 con un ragazzi francesi. Il loro sarà un viaggio sentimentale che avverrà attraverso il sesso e il cinema, in una comunione osmotica che respira tramite il vortice culturale di quel periodo. Un opera ironica, che ragiona sui motivi che resero grande e fallimentare quel dato momento storico. Un film sbilanciato, ma necessario. Al più presto vi racconteremo dei nostri amori cinefili...

Voto 7 

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