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  27/04/2024 - 14:52

 

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Venezia 80
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
Tanta Italia e poco resto del mondo
Dal 30 agosto al 9 settembre 2023 al Lido di Venezia

 




                     di Matteo Merli


La Mostra arriva a 80 edizioni e anche se alle porte bussa lo sciopero che infiamma Hollywood, le rinunce alla manifestazione si riduco al caso relativo del nuovo film di Luca Guadagnino, scelto come apertura di Venezia 2023. La presenza in concorso di ben 6 titoli di produzione italiana evidenziano la volontà di puntare decisamente sul nostro cinema; va detto inoltre che la maggior parte dei film statunitensi scelti si muovono nel territorio del cinema indipendente, e questo garantisce minore presenza sindacale. In ogni caso, anche venissero a mancare le star da copertina, le opere in cui tali maestranze hanno lavorato avranno modo di essere proiettate nei luoghi deputati della Mostra. Se il direttore Barbera, rivendica le sue scelte operate in sede di selezione, a partire della massiccia presenza italiana in concorso, in un epoca storica in cui il prodotto nazionale non brilla di molti autori, a parte rari casi, il festival rimane forte nella sua espressione da grande cartellone di richiamo. Enunciamo i titoli dei sei concorrenti di bandiera: Enea di Pietro Castellitto, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, Comandante di Edoardo De Angelis – che ha sostituito Challengers come apertura ufficiale della Mostra –, Lubo di Giorgio Diritti, Io capitano di Matteo Garrone, e Adagio di Stefano Sollima.
Come anche in questo caso si nota una predominante occidentale con ben 14 film dei 23 del concorso sono di matrice produttiva italiana, francese e statunitense e l’unica eccezione è l’atteso nuovo film del giapponese Ryūsuke Hamaguchi, unica presenza d’oriente. Come sempre non si riesce ad avere uno sguardo più ampio su Africa e Asia, creando uno sbilanciamento che in qualche maniera sminuisce la ricerca che sta alla base di una Mostra cinematografica, relegando lo sguardo sul cinema occidentale più appagante e commercialmente spendibile per il mercato. Anche se Orizzonti resta la sezione dell’avanscoperta d’autore, fa sorridere vedere Shinya Tsukamoto concorrere in una cornice che non è la sua e al massimo andava inserito nel fuori concorso.
Ovvio che il cinema acclamato trova la sua voce vibrante nelle nuove opere di David Fincher, Michael Mann, Bertrand Bonello, Woody Allen, Roman Polanski, Richard Linklater, William Friedkin, ma alle edizioni di Barbera è mancato sempre il coraggio di azzardare su nuovo cinematografie di paesi lontani, anche se ha cercato con l’introduzione della sezione Orizzonti di scommettere su un cinema di ricerca, ma che non è mai decollato diventando un concorso di seconda fascia e poco seguito dai media, sempre affamati del concorso principale. Se la Settimana della critica e Le giornate degli autori, sono abili nell’intrecciare i fili di un cinema che ribolle e si scova in zone nascoste, lasciandoci perle di autori da scoprire, il festival rimane una ribollente Mostra di divi e divine da prima pagina, senza calcolare lo sforzo di un azzardo o di una scommessa su nuovi nomi da lanciare.

Voto 8 

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