Ricordati di me
Regia di Gabriele Muccino
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Silvio Muccino, Monica Bellucci, Nicoletta Romanoff, Enrico Silvestrin; commedia; Italia; 2002; C.
Tutti volevano diventare qualcuno...
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Ecco fatto
Come te nessuno mai
L'ultimo bacio
Ricordati di me - Presentazione
Ricordati di me - Recensione
Ricordati di me - Colonna sonora
La ricerca della felicità
Sette anime
Baciami ancora
Il
diritto ai quindici minuti di celebrità catodica prefetizzato da Andy Warhol
sembra perfettamente esemplificato dalla società italiana contemporanea: lo
dicono numerosi sondaggi, lo dicono moltissime ragazzine che sognano di
sfondare in TV come veline, e se è accorto anche Gabriele Muccino che in Ricordati di me, la sua ultima
fatica sul grande schermo, ha cristallizzato in modo efficacissimo l’insorgente
aspirazione nazionale per l’apparire. Allo scopo (e con molta onestà) il
giovane regista romano, già cantore della generazione dei trentenni ne L’ultimo bacio e
di quella degli adolescenti in Come te nessuno mai,
ha deciso di continuare a focalizzarsi sull’ambiente che meglio conosce, la
borghesia romana medio-alta ritratta dalla prospettiva di un universo familiare
determinato ma in cui tutti gli spettatori potranno ritrovarsi o in cui, almeno
a tratti, avranno timore di identificarsi.: una classica famiglia romana
composta da un padre, una madre, un figlio diciannovenne ed una figlia
diciassettenne. Tutti volevano diventare qualcuno: Carlo voleva scrivere
romanzi, Giulia studiava recitazione e voleva sfondare in teatro, ma sono
diventati genitori e i loro sogni sono rimasti isolati nel limbo delle
possibilità perdute, rimandati ed infine dimenticati per le esigenze di una
famiglia in crescita. E’ arrivato Paolo, che adesso è un timido diciannovenne
con l’esame di maturità in vista ed una possibile relazione con una fanciulla no global che lo
intriga a forza di concetti eticamente solidali, idee e cognizioni che il
ragazzo ignora tout court, anche se adora ascoltarli dalla voce del suo
oggetto d’amore, per quanto si senta al contempo terribilmente inadeguato. E
poi è arrivata anche Valentina, quasi diciotto anni, che al contrario del
fratello ha idee molto precise su cosa vuole e come fare ad ottenerlo: lei
aspira ad arrivare sul piccolo schermo ed imporsi come soubrette,
velina, presentatrice, una qualunque tipologia televisiva insomma, e per
riuscirci è disposta a qualunque compromesso. Se i primi tre componenti della
famiglia di Ricordati di
me vegetano in un limbo agrodolce di cui si rendono conto ma in cui in
fondo possono restare, la sfrenata ambizione di Valentina costituisce la miccia
che innescherà le velleità esibitorie dei tre parenti, oltre al caso che, ad
una soporifera festa di vecchi compagni di liceo, farà incontrare nuovamente a
Carlo l’ex fidanzata del tempo che fu, ovvero Alessia,
ancora bellissima ed in crisi aperta col marito fedifrago. Per Carlo la
passione rioffiorante per l’amante ritrovata procederà di pari passo con la
riscoperta del suo romanzo nel cassetto, mai concluso e probabilmente dalla
gestazione infinita, inconscio appiglio ad un sogno giovanile che altrimenti
svanirebbe per sempre. Nel frattempo Giulia, ispirata dalle brusche reazioni di
Valentina alle sue (comprensibili) preoccupazioni materne per l’ambiente
professionale scelto dalla figlia, trova il coraggio per calcare nuovamente il
palcoscenico di un teatro off e, in reazione all’evidente adulterio
maritale, innamorarsi del sensibile regista, magari senza accorgersi (in giro
lo sanno tutti) della sua omosessualità. L’apparenza diventa insomma il binario
privilegiato attraverso il quale i vari personaggi tentano di realizzarsi e
trovare il proprio equilibrio, in perfetto accordo con la battuta-tormentone di
Ricordati
di me: “Ma tu, come mi vedi?” Paradossalmente Muccino congela l’unità
di questa famiglia in dispersione libera soltanto in due istantanee: una foto
incorniciata su un tavolo (presente anche come sfondo del PC domestico) e la
posa di gruppo finale che riunisce i quattro protagonisti. Molto bravi gli
attori principali – Muccino bravissimo come di consueto in fase di direzione
del cast –, una Morante
in piena frenesia da maturità caotica ed un Bentivoglio
volutamente sommesso, in particolare il suo sguardo dissonante nella fotografia
che chiude la storia vale da solo il prezzo del biglietto e sintetizza senza
sforzo apparente il senso riposto del film: la famiglia in dispersione resta
miracolosamente in piedi ma l’ipocrita consapevolezza dell’ipotesi di rottura
non percorsa fino in fondo rimane, a livello conscio, nell’immaginario del
personaggio di Carlo. Sul fronte registico Muccino conferma tutta l’efficacia
del suo stile ritmato e privo di pause, a tratti convulso, quasi frenetico,
spesso alternandosi con la steady cam per evidenziare alcuni passaggi
particolarmente vorticosi della storia che, a prescindere dal peso specifico
non indifferente del tema centrale, trasuda verve ed entusiasmo lungo
tutto l’arco del plot. Nell’ottima colonna
sonora corre l’obbligo di segnalare una notevole cover di Almeno
tu nell’universo di Mia Martini, interpretata con intensità straordinaria
da Elisa. Un film da non perdere.
Ricordati
di me, regia di Gabriele Muccino, con Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Silvio
Muccino, Monica
Bellucci, Nicoletta Romanoff, Enrico Silvestrin; commedia; Italia; 2002; C.; dur. 1h e 55'
Voto
8
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