Ecco fatto
Come te nessuno mai
L'ultimo bacio
Ricordati di me - Presentazione
Ricordati di me - Recensione
Ricordati di me - Colonna sonora
La ricerca della felicitā
Sette anime
Baciami ancora
Per il suo ritmo e la sua freschezza ha costituito la grande sorpresa dell'ultimo Festival di Venezia . Gabriele Muccino , alla sua seconda regia (il primo film si chiamava Ecco Fatto ), riesce ad assemblare un film dove ogni tassello, magicamente, trova il giusto posto nel mosaico generale; e con un tema niente affatto semplice da trattare senza cadere nel 'già visto e sentito' - ma qui il merito va diviso col 'fratellino' Silvio , interprete e co-sceneggiatore -: mostrare la vita di un sedicenne di oggi alle prese con la scuola, i genitori, i fratelli, gli amici, le idee e il grande amore. Il tutto non necessariamente secondo l'ordine di importanza, perché a sedici anni, fondamentalmente, il bisogno primario, almeno a livello di fantasia ricorrente, è proprio la ragazza, semplicemente perché "senza si sta peggio". E a quell'età non si può parlare che d'amore assoluto: fragile, ma idealmente assoluto nel momento in cui sboccia. Ma al film non manca certo il background: il protagonista, Silvio, frequenta una scuola sulla soglia dell'occupazione e fantastica con l'amico Ponzi (complice la classica 'canna') del grande amore della sua vita. Arriva l'occupazione - rappresentata magistralmente - ed una probabile ragazza, con l'unica incognita che è legata con un amico di Silvio, che ne guadagna un pugno in faccia e perde la ragazza per essersi confidato unicamente con l'amico del cuore - che ha pensato a propagare la nuova in tutta la scuola: ovviamente dal bacio originale, al terzo passaparola i due erano già andati a letto insieme -. L'unica consolazione per l'amore perduto - a questo è riferita la ripetizione interna del titolo: "come te non ci sarà nessuno mai" - arriva da un amore di cui Silvio non si era accorto da ben sei mesi (un periodo di tempo siderale alla sua età): l'eterna amica del cuore. Dopo l'iniziale confusione adolescenziale l'amore sboccia davvero, con tutto il suo carico di sorprendente poesia ed ingenuità. Come te nessuno mai stupisce per l'intelligenza con cui riesce a toccare, senza sforzo apparente, una serie di problematiche del mondo giovanile assai ardue da stringere in una sola pellicola , e senza cadere nel banale. Ottima la regia di Gabriele Muccino Sorprendente la sceneggiatura a livello di cattura verbale: battuta dopo battuta il film ci fa scoprire (o riscoprire) un vero e proprio lessico delle espressioni giovanili - "Chiaro!" è l'intercalare più diffuso anche per annuire a cose soltanto intuite; o "'sticazzi" per indicare che non c'è nulla da fare. Notevole anche la ri-creazione dell'atmosfera da Occupazione: il leader alternativo che guida gli altri compagni alternativi, la scuola da occupare per combattere "la privatizzazione e l'omologazione dell'individuo" (e per far festa, per conquistare una ragazza). Accurata anche la tela dei rapporti familiari: Silvio ascolta come messaggi evangelici i consigli stralunati del fratello maggiore - come diventare un leader a scuola, come scoprire se si è innamorati di una ragazza etc. -, considera 'sfigata' la sorellina - che va con gli scouts ma ha il ragazzo (e non lo dice in casa) - e combatte con i genitori ex-sessantottini, ex-protestatari ed ora, secondo lui, reazionari. Un grande film costruito tutto sulle spalle di esordienti assoluti e con costi ridotti: la conferma che, se l'idea di base è buona, non servono necessariamente le produzioni miliardarie. Il film ha un grande ritmo , una successione prodigiosa di battute e di situazioni divertenti e, tra molte risate, dà anche molto da pensare: se gli adulti di domani sono questi, il mondo può continuare a sperare. Originale, fresco, intelligente.Come te nessuno mai, regia di Gabriele Muccino, con Silvio Muccino,
Enrico Silvestrin, Anna Galiena, Luca De Filippo; commedia; Italia; 1999; C.
Voto
8