Happy Family
Regia di Gabriele Salvatores
Cast: Fabio De Luigi, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Carla Signoris, Valeria Bilello, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci, Sandra Milo; commedia; Italia; 2010; C.
|
|
Nirvana
Denti
Amnèsia
Io non ho paura
Quo vadis, baby?
Come Dio comanda
Happy family
Mediterraneo
Nella
sua ultima fatica dietro la macchina da presa, con cui Gabriele Salvatores
torna alla commedia, dopo film drammatici quali Io non ho paura
e Come Dio comanda,
accade che due famiglie incrocino i rispettivi destini a causa dei figli
adolescenti, Marta e Filippo, decisi a sposarsi con l’ostinazione dei loro
sedici anni. È l’idea al centro di Happy
Family, tratto dall’omonima commedia di Alessandro
Genovesi, qui co-sceneggiatore insieme al regista premio Oscar
per Mediterraneo. Le due famiglie
hanno in comune solo il fatto di vivere entrambe in una Milano fotografa in
modo talvolta un po’ surreale, ma per il resto sono davvero molto diverse, una
ricca e borghese, l'altra "alternativa" e
sopra le righe. La prima è costituita dall’avvocato Vincenzo (uno strepitoso Fabrizio Bentivoglio)
e la sua (seconda) gentil consorte Anna
(un’impareggiabile Margherita
Buy), che abitano in un sontuoso attico che appartiene da generazioni alla
famiglia di Vincenzo. Nell'altra famiglia troviamo invece un papà
ex-sessantottino (un esuberante Diego Abatantuono),
fumatore accanito di marijuana nonché inguaribile
sognatore che, dopo aver cambiato tanti lavori nella sua vita, ha deciso
sostanzialmente di sprofondare nella comodità del divano domestico, ed una
mamma (una esilarante Carla Signoris), frustrata nell'amore e nel lavoro, alle
prese con una figlia adolescente ribelle, Marta, con cui non è mai d’accordo su
nulla e che stenta a comprendere. La prima famiglia si completa con Caterina,
la figlia di primo letto di Vincenzo, eccellente pianista, e Anna, l’anziana (e
svitata) madre di Vincenzo con la sfrenata passione per la cucina (soprattutto
per i più arditi accostamenti concepibili). Il bello è che quando Marta decide
di non sposare più Filippo, l’improbabile legame ormai instauratosi tra le loro
famiglie resta in piedi. Scopriremo i molteplici intrecci di Happy Family dalla prospettiva
privilegiata di Ezio, trentottenne aspirante
sceneggiatore (un sorprendente Fabio De Luigi),
ben deciso a scrivere un film d’autore ma capace d’incassare un bel po’, che si
ritrova catapultato in siffatto microcosmo a causa di un banale incidente
stradale. L'aspirante autore dialoga con i suoi otto personaggi, tutti frutto
della sua fantasia, attraverso e fuori il suo
portatile, sul quale sta scrivendo la sceneggiatura. Questi, con esplicito
riferimento ai Sei personaggi in cerca di un autore di Pirandello,
pretendono da lui una maggiore rifinitura dei loro caratteri e una trama ben
definita con un finale non aperto. Il pubblico che va al cinema odia i finali
aperti, protestano fermamente in una scena memorabile del film, quando lo
sceneggiatore prova a lasciare a metà la storia, spegnendo il computer.
Caterina ad esempio, a cui l'autore aveva promesso di essere
la protagonista del film, si vuole innamorare, mentre il di lei padre Vincenzo,
che ha scoperto di essere malato di cancro, "naturalmente maligno"
come precisa talvolta, vuol sapere se alla fine morirà, dichiarandosi comunque
disponibile a guarire, e così via. Una
bella storia sulla paura di essere felici, ravvivata
da una magnifica colonna sonora composta dalle canzoni di Simon & Garfunkel
ed interpretata da due variopinte famiglie ‘normali’, in costante cambiamento
ed in equilibrio precario, come molte altre dei bui tempi che corrono. Lo
stesso Salvatores
ha chiesto i diritti delle canzoni del celebre duo a Paul Simon, il quale è stato ben lieto di concederli, visto che così la sua
musica sarebbe diventata la colonna sonora di un film per la seconda volta dopo
Il laureato – ma le citazioni
filmiche si sprecano, a voler considerare anche il notturno di Chopin già Leitmotiv de Il pianista o lo
struggente finale consolatorio che ricorda non poco quello de Le invasioni barbariche
di Denys Arcand –. Insomma, una commedia esilarante e delicata
allo stesso tempo, capace di raccontare la vita come se fosse un
film oppure un film che racconta la vita come se fosse una commedia, dipende
dal punto di vista, con la differenza, come diceva Groucho Marx, che nella vita
non c'è trama...
Happy Family, regia di Gabriele Salvatores, con Fabio De Luigi, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Carla Signoris, Valeria Bilello, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci, Sandra Milo; commedia; Italia; 2010; C.; dur. 90’
Voto
7/8
|
|
|