Gli amici del bar Margherita
Regia di Pupi Avati
Cast: Diego Abatantuono, Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti, Neri Marcoré, Luisa Ranieri, Fabio De Luigi, Katia Ricciarelli, Pierpaolo Zizzi, Gianni Ippoliti, Cesare Cremonini, Gianni Cavina; commedia; Italia; 2009; C.
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Il cuore altrove
Ma quando arrivano le ragazze?
La seconda notte di nozze
La cena per farli conoscere
Il nascondiglio
Gli amici del Bar Margherita
Il figlio più piccolo
Una sconfinata giovinezza
Il cuore grande delle ragazze
Il
cinema di Pupi Avati,
almeno nei suoi episodi migliori, è come un vecchio amico di famiglia che,
periodicamente, torna a bussare alla tua porta e ti fa tornare ai bei tempi
andati, immergendoti letteralmente nel passato, dentro storie, personaggi,
situazioni. Non fa eccezione da questo punto di vista neppure la sua ultima
fatica, peraltro di taglio autobiografico, che è un vero e proprio tuffo nei
ricordi d’adolescenza del regista, all’interno del variopinto universo della
Bologna degli anni Cinquanta. La prospettiva scelta da Pupi Avati per
raccontarci le molteplici storie al centro del film è quella di Taddeo, il
diciottenne alter ego del regista: siamo nel 1954 e tutto ciò che il ragazzo
desidera è entrare nell’assortita cerchia degli avventori del bar Margherita, mitico locale
che si trova a pochi passi da casa sua, frequentato soprattutto da un’assortita
fauna maschile che ogni sera si riunisce per discutere di scherzi, di donne, di
calcio e di molte altre cose. L’incisivo viatico per addentrarci all’interno
del leggendario ritrovo è appunto una sorta di decalogo delle regole da rispettare
per essere accolti nel ristretto club, come l’assoluta proibizione di portarvi
familiari o la fede totale nel Bologna pallonaro. Taddeo riesce ad entrarvi
proponendosi come autista del carismatico e misterioso Al, uno
che “nel suo piccolo” riesce sempre ad esaltare le peculiarità del prossimo,
uno che pensa che la parte migliore del matrimonio sia il divorzio, uno che ama
passare a salutare le sue conoscenze femminili al night, per poi chiudere la
serata scroccando al suo giovane autista lasagnette e giornale alla stazione a
tarda notte, uno che è un vero personaggio, insomma. Attraverso la prospettiva
del ragazzo, che tutti chiamano genericamente “Coso”, conosciamo così una vera
schiera di mirabili personaggi destinati a restare incisi indelebilmente nella
sua memoria: come Gian, antennista aspirante cantante di dubbio talento che
finirà vittima di un’atroce beffa che lo condurrà al festival di Sanremo, o
Bep, fidanzato per forza d’inerzia di una tipa qualunque e poi innamorato senza
rimedio della bella entraîneuse
Marcella (ingaggiata da Al per impedirgli di fare un madornale sbaglio
coniugale), oppure lo schizzato ladruncolo Manuele,
sedicente erotomane che ordina per corrispondenza gli occhiali a vista K
per poter intravedere le sinuose forme femminili nascoste dai vestiti, o il
bizzarro ballerino Sarti, perennemente vestito in smoking, che sopravvive
vendendo capi di dubbia qualità ad ingenui religiosi. Resta da segnalare anche
l’impagabile nonno del buon “Coso”, barbiere in pensione che trova il modo di
dilapidare i suoi risparmi ed i gioielli della defunta consorte per prendere
lezioni di piano da una procace insegnante di musica partenopea. Tutto molto
narrativo, delicato, struggente, intrigante, nostalgico: Pupi Avati tratteggia
il mondo della sua giovinezza, un mondo che non c’è più ma che persiste nel
ricordo: talvolta si ride di cuore e spesso si sorride amaramente sullo sfondo
di un’Italia nell’epoca precedente al boom economico, dove cominciano a
circolare le utilitarie ed a risuonare le prime canzoni sanremesi. Nell’assortito
cast tutti recitano di mestiere, Lo Cascio con
particolare trasporto, Abatantuono
con simpatica sbruffoneria. Colonna sonora DOC di Lucio Dalla. Non
indispensabile ma delizioso. Da vedere.
Gli amici del bar Margherita, regia di Pupi Avati, con Diego Abatantuono, Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti, Neri Marcoré, Luisa Ranieri, Fabio De Luigi, Katia Ricciarelli, Pierpaolo Zizzi, Gianni Ippoliti, Cesare Cremonini, Gianni Cavina; commedia; Italia; 2009; C.; dur. 1h e 30’
Voto
7½
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