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Un viaggio onirico che segue il percorso frantumato e confuso della memoria; così può essere definito "Denti", l'ultima fatica di Gabriele Salvatores.
Antonio (uno straordinario Sergio Rubini) convive da bambino con la presenza imbarazzante e ingombrante dei suoi incisivi, sempre troppo grandi da nascondere. In seguito ad un litigio con la sua nuova donna, Mara (la rivelazione Anita Caprioli), per la quale ha lasciato moglie e figli, ad Antonio vengono rotti, dall'urto con un posacenere di cristallo proprio, quei "mostruosi" denti. Comincia così un tour che lo porterà da un dentista all'altro - compreso un dentista-macellaio interpretato da un Paolo Villaggio da splatter - , allo scopo di estrarre, rimuovere ed eliminare la sua deformazione.
"Cosa nascondono i miei denti ?", si chiede Antonio, ben conscio che al di là dell'anomalia, si celano tutti gli errori di una vita, le occasioni perdute e la gravi dimenticanze ma anche momenti di complicità con lo zio (Fabrizio Bentivoglio), di poesia con la madre e di disarmante ingenuità, immerso nel procacissimo seno, con una ragazzina.
Atmosfere notturne, ambienti prevalentemente chiusi e il predominare di colori scuri ( in particolar modo il blu e il viola) sono gli ingredienti che l'ottima regia di Salvatores sfrutta per impregnare la pellicola di un sapore allucinato e sospeso, accresciuto da numerosi effetti più visivi che speciali.
Non a caso Napoli, la città dove è stato girato il film, non viene mai citata come luogo che fa da sfondo alle vicende della pellicola. Salvatores regala un'immagine del capoluogo campano, davvero suggestiva sottraendosi all'iconografia da cartolina; elegante e è la sequenza in cui Rubini e la Caprioli danzano davanti ad un irriconoscibile lungomare partenopeo, sulla musica dei Deep Purple.
"Denti" è un'opera anomala sia per la filmografia del suo cineasta sia per il panorama italiano, la sua scrittura ha un ampio respiro che va ben oltre, anzi in perfetta antitesi con la classica commedia all'italiana ed è per questo motivo che è stata inserita nella rosa dei titoli in concorso all'ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Il limite di "Denti" si può trovare riassunto in una frase scritta, a proposito del film, da uno dei giurati del festival, lo scrittore Tahar Ben Jelloun: "mi piace la provocazione, quando va fino in fondo. Ma qui si riduce all'effetto diretto e brutale. E' un errore".
Denti, regia di Gabriele Salvatores, con Sergio Rubini, Anita Caprioli, Fabrizio Bentivoglio; Commedia; Italia; 2000; C c
Voto
6