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  19/04/2024 - 19:45

 

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Dylan Dog Gigante # 11
Horror Cult Movie
Annuale, pp. 236 [Bonelli]
Terrore dentro la celluloide

 




                     di Paolo Boschi


Dylan Dog: Almanacco della paura 2001
Dylan Dog Gigante # 11


Dovendo realizzare un fumetto incentrato su un cult movie di marca horror viene spontaneo pensare a Dylan Dog, il mitico indagatore dell'incubo bonelliano, come naturale protagonista. Ed è esattamente questo che accade nell'undicesimo annual dedicato al detective londinese dal volto ispirato all'attore Rupert Everett, creato nel 1986 da Tiziano Sclavi e divenuto nel volgere di pochi anni un caso editoriale senza precedenti nel panorama fumettistico italiano. L'avventura, intitolata Horror Cult Movie, è sceneggiata da Pasquale Ruju e disegnata con taglio prettamente cinematografico da Maurizio di Vincenzo. Per certi versi si tratta di una storia inconsueta per Dylan Dog: non il solito caso rigorosamente sovrannaturale ma un'avventura in cui il giovane investigatore si troverà involontariamente risucchiato insieme ad altri compagni di visione che condividono con lui un'insana passione per il genere orrorifico. Tutto prende avvio quando Dylan, in una classica notte all'insegna dell'insonnia, rivede per l'ennesima volta un horror di John Munro, un consacrato maestro del genere: il film in questione è la quarta parte di Bloody Evil, una saga infinita in cui l'eroe della situazione, l'energico Dutch Dillon, si dedica a distruggere un virus infernale d'ignota origine che va contaminando senza logica apparente persone e macchine, devastando intere cittadine della provincia americana. Si tratta di un cult, ovvero un film dotato di un valore eccezionale per la ristretta cerchia dei suoi appassionati oppure, stando alla definizione del buon Groucho, "qualcosa di così brutto e squallido da risultare irresistibile per una ristretta cerchia di appassionati masochisti": in ogni caso, trattandosi di un'esperienza di puro orrore, qualcosa che si volatilizza con i titoli di coda, magari focalizzandosi in un incubo subito dopo. Dylan passa così una nottata da tranquillo cinefilo horror ma, giusto la mattina successiva, apprende dal suo vecchio mentore, l’ispettore Bloch, la notizia del suicidio (efferato e sanguinario, tramite motosega di scena) di John Munro. Si tratta di una falsa morte promozionale per lanciare l'ennesimo episodio di Bloody Evil o dell'uscita di scena ad effetto di un regista coerente al proprio stile fino alla morte? Comunque stiano le cose, Dylan Dog si reca all'immancabile retrospettiva celebrativa dell'opera di Munro - una maratona dei sei episodi di Bloody Evil finora usciti -, dove riceverà un biglietto omaggio per partecipare alla straordinaria anteprima dell'episodio settimo, ennesimo sequel della serie nonché capitolo conclusivo della saga. A visionare Bloody Evil VII e le nuove gesta splatter di Dutch, insieme a Dylan si ritroveranno tre ragazzini, la giovane attrice protagonista, il produttore ed un critico che ha l'hobby di stroncare ogni nuova tappa della saga: e tutti gli spettatori, in modalità inspiegabili, finiranno inglobati nella trama dell'horror, circondati da mostri da incubo e da zombies che sembrano usciti da La notte dei morti viventi, nelle mani di uno sceneggiatore privo di spunti originali che sembra aver predestinato tutti ad una fine cinica, dolorosa e possibilmente accompagnata da battutacce degne di un B-movie. Bloody Evil VII: un horror di cui si può dire tutto il male possibile, ma allo stesso tempo una storia che cattura lo spettatore. Nel vero senso della parola...

Dylan Dog Gigante N. 11, Horror Cult Movie, annuale, pp. 236 [Bonelli]

Voto 7 

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