Memento
Insomnia
Batman Begins
The Prestige
Il Cavaliere Oscuro
Inception
Christopher
Nolan aveva già dimostrato un indiscutibile talento registico in Memento, un thriller
all’insegna della decostruzione temporale che costituiva un serrato rompicapo
che il pubblico era obbligato a ricomporre seguendo à rebours le gesta
dello smemorato protagonista. Con la sua ultima prova Insomnia, remake
dell’omonimo film
norvegese del 1997, Nolan si
è misurato con una storia (sempre nel registro del thriller)
dall’impianto narrativo sicuramente più canonico, dalla confezione impeccabile,
interpretata da due stelle del calibro di Al Pacino e Robin
Williams, ma dotata al contempo di numerosi spunti originali sia sul fronte
cromatico – da antologia la sequenza dell’inseguimento con imprevista escursione
subacquea – sia dal punto di vista della dinamica psicologica dei personaggi.
Mentre Memento era tutto giocato sulla ricostruzione dell’enigma di
partenza – apparentemente impossibile, visto che il protagonista è incapace di
fissare un ricordo per più di pochi minuti –, in Insomnia la
soluzione del mistero è decisamente secondaria nello sviluppo della trama, sono
invece più rilevanti le motivazioni del delitto, lo strano rapporto che verrà
ad instaurarsi tra il detective e l’assassino ed infine la particolare
ambientazione della storia. Il film si apre in Alaska con il grandioso
risveglio della natura, bagnato da un sole che non tramonterà mai durante
l’estate: il maturo ed infallibile detective Will Dormer ed
il suo fido braccio destro Hap Eckhart sono stati inviati da Los Angeles nella
piccola cittadina di Nightmute per indagare sull’ingarbugliato omicidio di una
diciassettenne dall’indole vagamente torbida – ma, tra le ragioni del loro
trasferimento c’è anche un’inchiesta degli Affari Interni che li tocca da
vicino ed ha creato un clima di tensione tra i due –. L’indagine comunque
prende avvio nel migliore dei modi, anche perché Dormer è un grande segugio, si
è creato un efficace clima di collaborazione con il dipartimento locale – la giovane
poliziotta incaricata d’aiutare i due detectives metropolitani adora
letteralmente Dormer – e l’assassino ha trascurato un indizio bastante a
preparargli una trappola: purtroppo nel nebbioso scenario dell’imboscata
Dormer, sulle tracce del sospetto, colpisce a morte il suo vice. Il
protagonista, oppresso dal senso di colpa ed incapace di decifrare
l’intenzionalità del suo gesto, decide di giocare sporco: nasconde l’arma del
delitto, occulta le prove, intorbida le acque e confonde i colleghi. A questo
punto Insomnia cambia marcia: lo sconosciuto assassino, cui Dormer
affibbierà in breve l’identità dello scrittore di polizieschi Walter Finch,
si mette in contatto telefonico con l’investigatore proponendogli un patto di
reciproco silenzio. Comincerà così un serrato confronto sul filo del rasoio che
rischierà d’incrinare il sempre più precario equilibrio del poliziotto,
spossato da una fastidiosa insonnia perdurante dal giorno del suo arrivo ed
amplificato dall’abbacinante fenomeno del sole di mezzanotte. Un bel thriller, con Pacino all’ennesimo
ruolo poliziesco ed un convincente Robin
Williams nei panni del cattivo di turno.
Insomnia, regia di Christopher Nolan, con Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank, Maura Tierney, Nicky Katt; thriller; Usa; 2002; C.; dur. 1h e 58'
Voto
7½