Lost Souls
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Il film d’esordio alla regia di Janusz Kaminski, già acclamato direttore della fotografia (premiato con l’Oscar) degli spielberghiani Schindler’s List e Salvate il soldato Ryan, prende avvio con un bell’esorcismo lasciato intuire più che mostrato. I protagonisti della performance di depurazione diabolica escono stremati dall’ardua prova: la protagonista, la giovane Maya, a suo tempo esorcizzata dal maligno ed ora fervida componente di una task force di cattolici integralisti, prende spunto dalla truce esperienza testé consumata per tentare di scoprirne il mistero. Dopo lunghe ed oscure ricerche, la ragazza mette a punto la sua ipotesi, relativa nientemeno che all’avvento dell’Anticristo sulla Terra: il prescelto sarebbe l’affascinante Peter Kelson, uno scrittore di best sellers su noti serial killers, un uomo che per vivere scruta le emanazioni del male fra i suoi simili, e la cui prerogativa principale è lo scetticismo inveterato, l’essere ateo senza rimedio. In base alla teoria elaborata da Maya, il corpo di Kelson dovrebbe divenire il ricettacolo umano in cui Satana s’incarnerà nel mondo: data fissata per il demonico avvento è il giorno in cui Kelson compirà il suo trentesimo anno. Lentamente la storia si trasforma in un contorto thriller che costringerà il malcapitato predestinato a credere suo malgrado all’avverso destino che, scopriremo, una vera e propria cospirazione familiare gli ha preparato dalla nascita a sua insaputa: con simili preliminari, inutile attendersi una chiusa all’insegna di un amaro happy ending. Lost souls - La profezia è chiaramente debitore al capostite assoluto del genere, ovvero L’esorcista, un meccanismo orrorifico ancora efficacissimo, come ha dimostrato il recente director’s cut, che ha spopolato nei cinema di mezzo mondo. Il film di Kaminski cerca di ‘lavorare’ sull’incoscio dello spettatore più per assenza, lasciando lavorare la fantasia del pubblico, ma di fatto mancando della suspense necessario per tenerlo desto fino ai titoli di coda. La storia, insomma, non funziona, né nei suoi presupposti narrativi, né nel suo svolgimento. Tutt’altro discorso per la forma filmica, invece, che risulta decisamente inquietante, gotica, mai banale, suggestiva in ogni inquadratura.

Voto 5½