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  20/04/2024 - 03:15

 

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Scanner - musica
 


Paul McCartney
Run devil run
[Emi 1999]
Un atto d'amore al rock'n'roll

 




                     di Paolo Boschi


1
Yellow Submarine Songtrack
The Beatles Anthology
Beatles conro Rolling Stones
Paul McCartney. Many years from now
Flaming Pie
Run Devil Run
Driving Rain


Correva il 1955 negli States, erano i favolosi anni Cinquanta, quando Bill Haley & the Comets incisero Rock around the clock: era l'atto ufficiale del rock'n'roll . Poi vennero i veri e propri pezzi da novanta: Chuck Berry, Gene Vincent, Carl Perkins, Little Richard, Buddy Holly - del quale un McCartney adulto comprò poi l'intero catalogo -. E arrivò il Mito, Elvis Presley, giusto l'anno successivo: esplose con Heartbreak Hotel (oggi l'hotel esiste davvero), inanellando in rapida successione una serie strepitosa di 45 giri (ed LP) al numero uno delle classifiche mondiali. Questa musica girò il mondo ed arrivò fino a Liverpool, colpendo l'immaginario collettivo di un'intera generazione, compresi due ragazzi particolari, destinati a formare la miglior coppia di compositori musicali del secolo in corso : John Winston Lennon e James Paul McCartney, che ancora neppure si conoscevano. Vedendo le vagonate di dischi che vendeva Elvis e le pazzie indotte nelle ammiratrici, Lennon pensò subito che quello sarebbe stato un buon lavoro: in seguito McCartney e gli altri furono pienamente d'accordo. Ma era anche l'incondizionato amore per il rock che mosse i Beatles ad includere alcune hits collaudate nel loro giovane repertorio e nei primi LP, che duravano poco più di trenta minuti e presentavano non poche covers di autori americani. L'apice in tal senso i Beatles lo toccarono nel 1964 con Beatles for sale, composto in prevalenza di riletture rock, poi arrivarono gli album interamente originali (i migliori): l'ultimo atto d'amore dichiarato per il genere fu proprio di McCartney, in Abbey Road (1969), con lo scioglimento che aleggiava minaccioso nell'aria. Paul doveva cantare Oh! Darling, ma erano quattro anni che non si esercitava nello stile urlante alla Little Richard, così prima d'incidere andò a Abbey Road a sciogliere la voce per nove mattine consecutive. Un atto d'amore, nient'altro, come un estemporaneo divertissement, registrato con grande impegno e felice risultato finale è questo Run devil run, l'album di Paul McCartney, il primo dopo il lutto dell'amatissima moglie Linda Eastman. Il disco presenta quindici brani complessivi: dodici sono covers ben scelte ed affatto banali, mentre i tre pezzi restanti sono stati composti per l'occasione da un McCartney in vena e molto old style - rispettivamente la scatenata title track, Try not to cry e What it is, dove la perfomance vocale dell'ormai cinquasettenne cantante veleggia ai livelli della sopracitata Oh! Darling -. Lo stesso formato del disco 'suona' molto vecchia maniera: poco più di quaranta minuti di musica per quindici brani registrati in presa diretta (nei mitici studi di Abbey Road, of course), in soli cinque giorni e con un'affiatata band nella quale spicca la presenza nientemeno che di David Gilmour dei Pink Floyd, nelle vesti di prestigiosa special guest. Ma è chiaro che il pezzo forte di Run devil run sono le covers, tra le quali i titoli più noti sono senza dubbio All shook up e la trascinante I got stung di Elvis, Shake a hand di Little Richard (ancora lui), Brown eyed handsome man di Chuck Berry e l'apripista Blue Jean bop di Gene Vincent. Ma anche le scelte 'peregrine' mostrano buon gusto: l'ombrosa No other baby, la bella Lonesome town, un simpatico country di Perkins (Movie magg). Un gran bel disco, carico di energia 'buona': si sente che l'ex bassista dei Beatles deve essersi divertito un sacco a pensarlo, cantarlo e suonarlo. Il 1999 rischia così di diventare anche il suo anno, dopo il recente rimaneggiamento di Yellow submarine, ora riedito come songtrack, e la pubblicazione - quasi in contemporanea con l'uscita di Run devil run - di Working classical, ennesimo atto d'amore verso il genere classico. Paul è sempre vivo, insomma, e continua a dimostrarcelo così: in fondo it's only rock'n'roll (but we like it). Vivamente consigliato.

Paul McCartney, Run devil run [Emi 1999]

Voto 8 

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