Loro sono Ian Ball, Olly Peacock, Paul Blackburn, Tom Gray e Ben Ottewell,
vivono sparsi rispettivamente tra Los Angeles, New York e Brighton, Inghilterra, ma il loro sodalizio è più solido che mai:
insieme compongono la band dei Gomez,
un gruppo indie rock attivo dalla fine degli anni Novanta e Whatever's on your mind è il
settimo album di studio che hanno pubblicato nella loro ultradecennale carriera. Nessuno dei loro lavori, tranne il fulminante disco d'esordio Bring it on, ha conquistato il grande pubblico, nonostante le ottime recensioni rastrellate ad ogni nuova uscita. L'ultima fatica targata Gomez è nata al solito attraverso un efficace lavoro di raccordo a distanza: il risultato sono dieci tracce che ripropongono il variegato bagaglio del gruppo, capace di
spaziare tra rock e folk, soul ed elettronica, con un pizzico di sonorità esotiche ad amalgamare il tutto, un sound semplicemente imprevedibile a volerlo
stringere in una definizione. Nella tracklist, che assortisce canzoni per quaranta minuti scarsi (il formato classico dei vecchi
LP), sono confluiti brani composti negli ultimi due anni, che poi la band ha
inciso in uno studio di Charlottesville, in Virginia,
in neppure un mese di registrazioni. Ma entriamo senz'altro nel merito del
disco, lasciando parlare la musica: si comincia a mille con la dinamica Options, tutbelta costruita
intorno al contagioso riff chitarristico iniziale, al rombante incedere delle
percussioni ed all'irresistibile voce del grande Ben Ottewell. A ruota l'album propone i ricchi ed armoniosi arrangiamenti dell'ariosa I will
take you there, per poi continuare lasciando spazio
all'epica ugula di Ian Ball per la tracklist, una classica ballatona
Gomez-style, malinconica ed intensa da far male. Whatever's on your mind prosegue
con la dolcissima Just as lost as you, dolcissima,
essenziale ed in una progressione emotiva che i Coldplay
apprezzerebbero: ne è protagonista Ben Ottewell per
la parte vocale, mentre nella traccia successiva, ombrosa ed affidata ad un
altro funzionale riff di chitarra, si lascia affiancare da Ian
Ball ai controcanti, che poi conquista la scena in Our
goodbye, altra superba ballata, delicata, essenziale e melodica, debitrice stavolta
degli ultimi Beatles.
I due cantanti dei Gomez interpretano insieme con la consueta bravura la
successiva Song of my
heart, il primo mezzo passo falso del disco, perché non particolarmente
originale né troppo ispirata, nonostante un gradevole riff di chitarra. Subito
dopo i Gomez continuano con Equalize, una
sperimentazione elettronica non del tutto riuscita ma che si riscatta in parte
per l'energia e le alchimie sonore. La coda dell'album presenta prima le
alchimie elettroniche di That Wolf
senza stupire molto, poi i Gomez chiudono davvero in bellezza con un ottimo
esempio del loro repertorio, ovvero X-Rays, in grado di combinare un po' tutte le frecce
musicali dei cinque membri: da un attacco essenziale la canzone si sviluppa con
un impasto a pronta presa tra basso e chitarra, per poi svilupparsi in un
crescendo di emozioni. Nel complesso un gran bel disco con occasionali momenti
di pausa, uno dei più riusciti degli ultimi Gomez, di cui si può dire tutto
meno che cerchino facili approdi al successo di massa: loro continuano (per
fortuna) ad essere se stessi, a sperimentare e ad
incidere nuovi dischi, obbligando tutti i cultori della buona musica a non
perderli d'occhio in attesa dell'immancabile prossima meraviglia. Passate parola,
dunque...
TRACKLIST
“Options”
“I will take you there”
“Whatever’s on your mind”
“Just as lost as you”
“The place and the people”
“Our goodbye”
“Song in my heart”
“Equalize”
“That wolf”
“X-rays”
Voto
8