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  23/04/2024 - 23:30

 

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Scanner - musica
 


Led Zeppelin
Mothership
Una doppia raccolta antologica del dirigibile dell’hard rock britannico
[Atlantic 2007]

 




                     di Paolo Boschi


Led Zeppelin - 40 Anniversario Physical Graffiti, 2015
Led Zeppelin - Celebration Day, 2012
Led Zeppelin - Mothership, 2007
Robert Plant & Alison Krauss - Raising Sand, 2008
Led Zeppelin - Early days, 1999


D’accordo, Mothership non aggiunge nulla di nuovo all’inossidabile mito del più celebre dirigibile dell’hard rock britannico: è semplicemente una doppia raccolta antologica dei Led Zeppelin, peraltro molto simile all’ultima pubblicata dalla band, anch’essa doppia, che uscì a cavallo del terzo millennio. Ma è forse il contesto in cui Mothership viene dato alle stampe a rendere irresistibile il richiamo di questo doppio disco, uscito in felice contemporanea con l’annunciata reunion alla 02 Arena di Londra del 10 dicembre 2007 (immortalata da Celebration day) dei tre Led Zeppelin superstiti – ovvero il chitarrista Jimmy Page, il cantante Robert Plant e il bassista John Paul Jones – con il figlio del defunto John Bonham, Jason, alla batteria. L’atteso concerto – il primo tenuto dai Led Zeppelin dal 1980, anno della morte del batterista John “Bonzo” Bonham – ha infatti immediatamente polarizzato l’attenzione dei media a partire dal suo annuncio a settembre: per partecipare all’evento di punta della serata di beneficenza in memoria di Ahmet Ertegun, fondatore della Atlantic Records e storico sostenitore dei Led Zep, i ventimila biglietti della 02 Arena sono stati messi all’asta in rete causando un’ondata record di contatti (venti milioni, stando a certe stime). Page e soci hanno ripagato i fan che sono riusciti ad accaparrarsi il biglietto con un concerto epico che la stampa specializzata ha definito come il più significativo del 2007. Simile interesse non desta scalpore per una band virtualmente inattiva da ventisette anni ma che ha scritto alcune tra le pagine più significative della storia del rock in appena undici anni e otto album – tra cui i primi quattro, autentici capolavori –. Mothership fotografa al meglio la vasta produzione zeppeliniana, sintetizzandola in ventiquattro tracce equamente spartite tra ballate struggenti e sulfurei pezzi hard rock in ossequio alle due anime del gruppo: ventiquattro gemme diventate altrettanti classici che gli anni e le innumerevoli mode che si sono alternate nel tempo non hanno minimamente scalfito. Il primo disco presenta complessivamente quindici canzoni e comincia in sordina con Good times bad times, continuando con una progressione irresistibile fino alla splendida e dolcissima Stairway to Heaven, uscita curiosamente come singolo nel Regno Unito (nonostante gli Zeppelin abbiano sempre avversato questo formato): in mezzo troviamo la frenesia di Communication breakdown, l’oscurità di Dazed and confused, il memorabile attacco di chitarra di Whole lotta love, le ombre di Immigrant Song, il ritmo indiavolato di Rock and roll, il dinamico refrain chitarristico di Black Dog e l’insostenibile ricamo acustico di When the levee breaks. Il secondo disco è composto di undici pezzi, prende avvio con The Song remains the same e si conclude con All my love, lasciandoci attraversare nel frattempo l’atipico reggae di D'yer maker, gli abissi chitarristici di No quarter, lo scatenato funk di Trampled under foot, la chitarra grezza di Houses of the holy, l’incedere ipnotico ed orientaleggiante di Kashmir e la grinta vintage di In the evening. Un’antologia filologicamente corretta, il miglior viatico concepibile per la band del dirigibile.

Led Zeppelin, Mothership [Atlantic 2007]

Voto 8 + 

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