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  27/04/2024 - 06:35

 

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Coldplay
Viva la Vida or Death All His Friends
Una bella centrifuga di emozioni musicali
[Emi 2008]

 




                     di Paolo Boschi


Viva la Vida or Death All His Friends, 2008
A rush of blood to the head
Coldplay, A rush of blood to the head, EMI Parlophone, 2002
Coldplay, Parachutes, EMI Parlophone, 2000


I Coldplay di Chris Martin continuano a stupire con il nuovo attesissimo quarto album, Viva la Vida or Death All His Friends, ambizioso, ombroso ed elegante fin dal primo ascolto, un disco però che richiede molteplici passaggi per essere apprezzato in tutte le sue sfumature. La prima impressione, insomma, è che i Coldplay non sembrano aver intenzione di speculare sul loro successo continuando a proporre la formula vincente ma intendono insistere sul fronte della ricerca musicale – che li ha già premiati peraltro con l’ennesimo successo –. Nessuna sorpresa: d’altra parte finora i Coldplay non hanno mai sbagliato un colpo, evolvendosi affidandosi alle preziose cure del mago Brian Eno e stillando i propri dischi senza mai esagerare: dal sorprendente esordio con Parachutes del 2000 passando per A rush of blood to the head, la coraggiosa seconda prova del 2002, ed infine per il notevole X & Y del 2005. Dal debutto fino ad oggi per Chris Martin e soci i paragoni illustri si sono sprecati: dal passato remoto al presente il variopinto sound dei Coldplay è stato accostato ai Pink Floyd, agli U2, ai Police, ai Radiohead. Stavolta, per loro stessa ammissione, Chris Martin (voce solista, chitarra acustica e piano), Jon Buckland (chitarra elettrica), Guy Berryman (basso) e Will Champion (batteria) hanno dichiarato di essersi ispirati a Rammstein e Tinariwen, Marvin Gaye e Radiohead, Jay Z e il Golden Gate Trio, My Bloody Valentine e Gershwin, insomma, una bella centrifuga di emozioni musicali, impreziosito da un titolo che prende spunto da quello dell’ultimo quadro dipinto dall’artista messicana Frida Kahlo una settimana prima della morte e da una copertina dove campeggia nientemeno che >La libertà guida il popolo (1830) di Delacroix. La tracklist di Viva la Vida or Death All His Friends presenta complessivamente dieci tracce che nel loro insieme sembrano ricercare una composta melodia, puntando decisamente l’acceleratore sul fronte della contaminazione elettronica. Dopo l’introduzione di Life in Technicolor l’album propone Cemeteries of London, una ballata ombrosa che costituisce il preludio ideale per la splendida Lost!, altra ballata epica e dall’incedere quasi liturgico. A ruota il disco offre una canzone dall’impianto dicotomico come 42: una prima parte colorata dalla particolarissima voce in falsetto di Chris Martin ed uno sviluppo che miscela rock ed elettronica. In tema di dicotomia, il fulcro di Viva la vida presenta la magnifica e dilungata Lovers in Japan / Reign of Love, anch’essa dall’attacco epico e dalla conclusione idillicamente pacifica. Vagamente orientaleggiante la successiva >Yes, ombrosa ed ipnotica, che precede la pimpante titletrack, che regala energia positiva a fiotti e lascia il passo alla notevole Violet> Hill, caratterizzata da un contagioso refrain di chitarra. Dopo Strawberry Swing Martin e soci chiudono le danze con l’eterea >Death and All His Friends, almeno per questa volta. Attendiamo fiduciosi il prossimo disco certi che non ci deluderanno neanche allora…

Voto 8 

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