Flaming Pie
Run Devil Run
Driving Rain
The Beatles
L'elemento
più sorprendente di questo album è la straordinaria freschezza che ne traspare
fin dal primo ascolto, unita ad una notevole energia. Dopo il progetto Anthology, ulteriore celebrazione del
mito dei Beatles, a dispetto dei suoi anni McCartney è tornato alla carriera
solista con questa 'torta fiammeggiante' cucinata tra i fornelli di casa,
nell'ambiente più consono all'artista.
Pochi (ed intimi) gli ospiti chiamati in causa per l’occasione: Ringo Starr, il
figlio James e Steve Miller. Difficile stabilire gerarchie tra le quattordici
canzoni della tracklist: segnaliamo tra le altre la più beatlesiana,
ovvero la titletrack, il pezzo più ruvidamente rock di tutto
l'album; Used to be bad (scritta in
collaborazione con Steve Miller) per il suo accattivante andamento blues; Really love you, la canzone che riunisce due dei Fab Four e
ripropone McCartney al basso, il suo
strumento per definizione. Un'ottima prova da affiancare ai suoi ultimi lavori:
Flowers in the dirt e Off
the ground, in collaborazione con il connazionale Declan McManus, in arte Elvis
Costello. Nel complesso un disco vigoroso, naturale, disinvolto ed a tratti
quasi ruspante: insomma in deciso contrasto con la vena malinconica (e talvolta
zuccherosa) che ha contraddistinto gran parte del repertorio dell’ex Beatle. Non c’è
che da augurare al Macca di
continuare su questa strada, sul versante pop ha già dato fin troppo...
Paul McCartney, Flaming pie [Emi 1997]
Voto
7½