Il miglio verde - Il romanzo
Il miglio verde - Il film
Cuori in Atlantide - Il romanzo
Cuori in Atlantide - Il film
L'acchiappasogni
Mucchio d'ossa
Tutto è fatidico
“Idee
splendidamente concise che chiedono a gran voce di essere espresse in tremila
parole, forse novemila, quindicimila al massimo. [...] I racconti rimangono
pezzi unici, come gli oggetti che si comprano nella bottega di un artigiano, a
patto di avere la pazienza di aspettare che vengano lavorati a mano nel
laboratorio sul retro”: la lunga introduzione di Tutto è fatidico,
dedicata dal re del brivido alla
quasi perduta arte del racconto, a suo giudizio pericolosamente vicina al
baratro dell’estinzione, da una parte sembra la giustificazione di uno
scrittore di bestsellers che ci presenta una raccolta di materiali già
editi, dall’altra suona incredibilmente sincera e, cosa ben più importante,
accorata. Stephen King si premura di
farci sapere che l’indice definitivo dei racconti scelti è il frutto di
un’operazione di combinazione: all’elenco ricevuto dalla casa editrice lo scrittore del Maine ha infatti
affibbiato le tredici carte di picche di un mazzo da poker più un jolly, le ha
mischiate ed ha ricavato un indice che alterna in modo casuale i racconti più
ricercati e quelli più ad effetto. La prossima raccolta King la compilerà in
base ai tarocchi, chissà, magari come inconscio omaggio a Calvino. Comunque, a
prescindere dal criterio di ordinamento scelto, se è vero che la stragrande
maggioranza dei racconti ha trovato la via della pubblicazione in patria (su
riviste, miscellanee, talvolta anche in audio-libri) si tratta, salvo qualche
eccezione, di scritti praticamente inediti in Italia, molti notevoli, altri
semplicemente intriganti, ma pur sempre del livello medio-alto di cui ogni
soggetto di Stephen King sembra dotato
per corredo genetico-letterario. In Tutto è fatidico le
roi s’amuse secondo consuetudine, dando veste rinnovata a vari luoghi
comuni dell’horror, rimodellando leggende metropolitane, lavorando di
cesello su saghe stratificate della sua immensa produzione. Il racconto
apripista è Autopsia 4, uno dei migliori di tutta la raccolta:
un’autopsia in corso su un soggetto vivo (o che si crede vivo, chi può dirlo?),
una storia in cui la suspense si taglia con il bisturi, letteralmente. A
ruota segue L’uomo vestito di nero, un riuscito omaggio a Il giovane
signor Brown di Nathaniel Hawthorne: l’inquietante incontro di un ragazzo
nientemeno che con il diavolo sulle rive del Castle Stream. E a seguire un
pugno di racconti di buona fattura, per quanto non particolarmente memorabili:
il commesso viaggiatore indefesso raccoglitore di graffiti sull’orlo del
suicidio in Tutto ciò che ami ti sarà portato via, la gangster story
ispirata alle gesta del mitico John Dillinger ne La morte di Jack Hamilton,
un corrispondente in America Latina sottoposto ad un angoscioso interrogatorio
ne La camera della morte, quindi una sorta di prequel agli eventi
narrati nella serie della Torre Nera ne Le piccole sorelle di Eluria. Il
racconto centrale della raccolta
è quello che le presta il titolo, una storia deliziosamente sinistra nello
spirito di Uomini bassi
in soprabito giallo, ovvero dell’apice indiscusso di Cuori in Atlantide:
il giovane Dink Earnshaw ha trovato un nuovo, particolarissimo lavoro, che lo
ha costretto a trasferirsi in un’altra città ee gli ha procurato una discreta
serie di benefits (una casa, un’auto e soldi bastanti alle sue
necessità), in cambio dovrà soltanto focalizzare le sue strane doti su
determinati bersagli, anche umani. Dopo la vivacità de La teoria degli
animali di L.T. (uno dei racconti preferiti dell’autore) e l’omaggio
kinghiano a Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde ne Il virus
della strada va a nord – dal titolo di un quadro acquistato casualmente dal
protagonista in viaggio, e che si rivelerà ‘vivente’ ed assetato di sangue –
arriva anche la vera gemma dell’antologia: la follia efferata di Pranzo al
Gotham Café (che non a caso ispira l’immagine di
copertina), il locale teatro dell’incontro del broker Steven Davis con
la moglie accompagnata dal divorzista, con un maitre pazzo e sanguinario
come terzo incomodo. La raccolta regala ancora una rivisitazione del dejà-vu
in Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese,
l’indimenticabile notte di uno scrittore specializzato in luoghi infestati in
una famigerata stanza d’albergo in 1408, l’ex e-book Riding
the bullet - Passaggio per il nulla sull’autostoppista che accettò un
passaggio da un morto ed infine il divertissement conclusivo de La
moneta portafortuna. La lettura è servita, con dovizia di portate...
Stephen King, Tutto è fatidico, Milano, Sperling & Kupfer, 2002; pp. 560
Voto
7½