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Fondatore ed a lungo direttore di “Eureka”, Luciano Secchi alias Max
Bunker da quasi un quarantennio è una presenza fissa del fumetto italiano,
soprattutto grazie al suo personaggio più noto, ovvero Alan Ford, agente
segreto dello scalcinatissimo Gruppo T.N.T., la cui serie continua ad essere
pubblicata e ristampata con incredibile regolarità, in particolare i primi
mitici 75 numeri, quelli disegnati dall’indimenticabile Magnus. Dopo aver
fondato una casa editrice in proprio, Luciano Secchi non ha perso il vizio di
ideare e lanciare nuovi personaggi: è il caso dell’investigatrice Kerry
Kross, ex agente FBI, una donna tutta d’un pezzo, tra l’altro
dichiaratamente gay. A luglio ha debuttato in edicola “Beverly Kerr”, la
serie nuova serie targata Max Bunker Press (per adesso un numero unico), che
vede appunto la bionda detective di Los Angeles nei panni della classica
guest star (il chiasmo Kerry-Kerr è fin troppo evidente). Beverly Kerr è
una giovane ma affermata psicanalista di New York, fidanzata con un
affascinante procuratore distrettuale: carina, capelli corti alla Audrey
Hepburn, sullo stile (anche troppo) di Julia Kendall, la
sofisticata criminologa della Bonelli.
Nella prima storia della serie la dottoressa Kerr noterà strane coincidenze tra
le fantasie a base di violenza, stupri ed assassini di un suo paziente e la
catena di omicidi sulla quale sta cercando di far luce il suo fidanzato.
Nonostante l’etica professionale glielo impedisca, Beverly Kerr decide comunque
di indagare in proprio almeno finché, a metà storia, arriverà a dargli man
forte una del mestiere, ovvero Kerry Kerr, giusto in tempo per strapparla alle
grinfie del candidato Hopkins, ben deciso a violentare la nostra eroina.
Attraverso sottotrame convergenti non particolarmente originali, l’intrigo si
dipanerà facendo convergere i sospetti sull’impeccabile (ma spiccio) candidato
alla carica di sindaco di New York. “Beverly Kerr” non brilla particolarmente sul
versante novità: le frequenti scene di nudo, il linguaggio e la violenza
esplicita contraddistinguono infatti, ormai da decenni, le serie ideate da Max Bunker, il
primo sceneggiatore ad introdurre il genere noir nel fumetto italiano –
vedi le storiche serie di Kriminal, Satanik e, infine, Kerry Kross, più
spostata sul versante della contaminazione con il giallo ed il thriller
-. Si può tentare, anche per il tratto retrò del disegnatore Dario
Perrucca.
BEVERLY KERR N° 1, Il
candidato Hopkins [Max
Bunker Press]
Voto
6