Un cucciolo di cane viene adottato da una famiglia composta da padre, madre e una figlia. La bambina battezza il cane col nome di Happy. La storia è raccontata dal punto di vista del cucciolo che descrive le sue giornate assieme
ai padroni, commentandone le azioni e lo stile di vita. Seppur filtrato dal modo di vedere le cose di un cagnolino, Happy è sicuramente esaustivo nel raccontare la sua famiglia. Il suo papà, così come lo chiama
Happy, è l’addetto alle passeggiate, la mamma al cibo e Miku a sporadici momenti di gioco e svago. Il papà di Happy
è il più loquace della famiglia, quello che più di tutti
ama il cucciolo e se ne prende cura. il cane non può sapere che la relazione dei loro padroni è in crisi, ma si accorge del distacco perché la madre non si cura più dei suoi pasti come un tempo. Non sa che Miku è un’adolescente ribelle, e non lo guarda più. Il cane si stupisce del cambio d’orario delle sue passeggiate con Papà, che in realtà ha mutato abitudini di vita per cause di forza maggiore. Il mondo attorno a Happy cambia, si spezza e si ricompone. Papà a un certo punto impacchetta i suoi pochi averi e parte verso Sud. Il loro sarà un viaggio di sola andata sulle rive del mare.
L’albo del 2009, grande successo di critica e pubblico in Patria, dal quale è
stato tratto anche un film dal vivo di Tokiyuki
Takimoto nel 2011, è un gioiello di inestimabile valore.
Quello che stupisce da subito è il tratto lineare e caldo di Murakami capace di
creare personaggi coinvolgenti e costruire una storia semplice e struggente nella sua cadenza narrativa compassata. Il legame tra papà e il cane si trasforma in un sentimento profondo e universale, che dimostra come l’amore non ha confine e riempie di gioia il cuore con semplice gesti e attraverso l’affetto di un normale animale domestico.
Voto
7 +
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