Marco Vichi, Morte a Firenze, 2009
Marco Vichi, Per nessun motivo, 2008
Marco Vichi, Nero di Luna, 2007
Marco Vichi, Parole e musica, 2005
Marco Vichi, Donne Donne, 2000, una critica al maschile
Marco Vichi, Donne Donne, 2000, una critica al femminile
Marco Vichi, L'inquilino, 1999
Mercoledì 14 giugno 2000 alle ore 18 alla Libreria Feltrinelli (via Cerretani 30/r, Firenze) verrà presentato il romanzo DONNE DONNE di Marco Vichi, Ugo Guanda Editore
Saranno presenti l'autore e lo scrittore statunitense Dan Fante Interverranno Giovanna Checchi e Fabio Norcini. Alcuni brani saranno letti da Beatrice Biagini e Gianni Marrani
Esce in questi giorni in libreria il secondo romanzo di Marco Vichi. Dopo il successo riscosso nel 1999 con L'inquilino, un noir ambientato a Firenze, Vichi ci riprova. Stessa casa editrice, Guanda, medesima ambientazione fiorentina, stesso protagonista "perdente" ma il plot è completamente diverso. Questa è la storia di un giovane uomo, Filippo Landini, ossessionato dalla scrittura e dalle donne. La sua vita si dipana, infatti, tra la stesura di un racconto e un incontro intimo. Tanti racconti, tante donne. Unici intermezzi: qualche spinello, qualche bevuta, qualche chiacchierata con un vicino di casa. Nella vita di Filippo pare che non esistano il cinema, il teatro, i concerti, le gite in campagna. Ma è ancora più grave che non appaia un amico, una amica (ma nel senso autentico del termine). Dove sono finiti i suoi ex compagni di scuola? Sono forse tutti morti (come suo padre) o si sono trasferiti in un'altra città (come sua madre)?
Un romanzo corposo, di quasi trecento pagine, scritto con le viscere. Vichi, con il suo stile asciutto, supera se stesso quando parla della scrittura, della dura arte dello scrivere, di come tale mestiere possa condizionare i rapporti con gli altri, soprattutto quelli con le donne.
Con una notevole dose di umorismo vengono trattati temi da sempre ritenuti "difficili" come per esempio quello del sentimento religioso. La madre, infatti, è una cattolica bigotta e superstiziosa che spedisce al figlio lettere ansiose, e ansiogene, farcite di santini. Filippo, insofferente alla protezione divina, getta regolarmente le immaginette sacre in un cassetto della cucina. Non ci sono santi che tengano per liberarlo dalle sue fosche nebbie. I frequenti colloqui con il padre morto (la cui foto troneggia sullo specchio del bagno) o certe scorribande notturne alla ricerca di teschi umani ci restituiscono forse la parte più vera di Filippo: le sue ansie sul domani, le sue paure sull'oggi, che poi sono quelle di tutti noi. Ognuno, per fugare i fantasmi, adotta la propria ricetta. Filippo sceglie il sesso. Una donna dietro l'altra, forse per non invecchiare, forse per trovare quella vitalità che gli permetta di avere le energie giuste per scrivere, chissà... Finalmente, in chiusura, dopo mille avventure, arriva il tanto sospirato contratto con un famoso editore milanese. Ma forse il vero scopo di Filippo non era il successo. Sarà a Parigi che capirà o crederà di capire che cosa veramente vuole dalla vita. Uno struggente finale lungo il Canal Saint Martin, come in certi film francesi in bianco e nero, per un Filippo che non eravamo riusciti a comprendere fino a questa pagina. Ci voleva l'atmosfera della Senna per cogliere quello che non avevamo capito sulle rive dell'Arno.
Marco Vichi, Donne Donne, Parma, Guanda, 2000, pp. 292
Voto
7½