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  26/04/2024 - 17:00

 

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Marco Vichi
Morte a Firenze. Un'indagine del commissario Bordelli
La Firenze infangata negli anni ’60
Guanda collana Narratori della fenice, 2009, ISBN: 9788860881847, pag 344

 




                     di Tommaso Chimenti


Marco Vichi, Morte a Firenze, 2009
Marco Vichi, Per nessun motivo, 2008
Marco Vichi, Nero di Luna, 2007
Marco Vichi, Parole e musica, 2005
Marco Vichi, Donne Donne, 2000, una critica al maschile
Marco Vichi, Donne Donne, 2000, una critica al femminile
Marco Vichi, L'inquilino, 1999


La Firenze di Vichi è infangata negli anni ’60 con gli stivali sporchi di mota del dopoguerra che stenta a rialzarsi, decadente come la Venezia di Thomas Mann. Siamo nei giorni antecedenti all’alluvione del novembre del ’66. Il quadro è grigio in “Morte a Firenze” (Guanda, 17 euro, 344 pp) in questa nuova indagine del commissario Bordelli che fuma come una ciminiera, si ingozza, pentendosi, di intingoli unti, pericolosi per il proprio fegato, beve grappe d’annata e soprattutto s’innamora ad ogni angolo. E’ un latin lover sfortunato e pavido, incerto e insicuro. Un uomo comune al servizio della Legge. Non il vitellone da spiaggia riminese che proprio in quegli anni furoreggiava. Scordatevi le vacanze romane. Marco Vichi nel 2009 è stato protagonista dello spettacolo “L’anima della terra vista dalle stelle”, assieme a Margherita Hack e Ginevra De Marco. Lo spettacolo, che è stato proposto due volte al Metastasio: venerdì 9 Ottobre e in occasione dell’edizione 2009 del Festival dell’Economia3 di Prato, indaga il rapporto tra noi e l’universo che ci accoglie.
Nel libro invece l’Arno è gonfio, così come le lacrime per la nuova tragedia cittadina: lo stupro, e l’uccisione, di un bambino. Si tuffano le mani nel torbido. Il clima è una cappa pesante. Rumore di foglie secche, cadaveri e divise. Un misto di rabbia repressa, frustrazione, memorie inascoltate, ricordi violenti come in certe piece di Ugo Chiti. Oggetti dimenticati e nostalgici: l’auto Flavia, la Sip, le lire. Il grigiume esce dalle righe e inzacchera le pagine umettandole d’impotenza, da parte delle forze di Polizia, e una certa rassegnazione lamentevole tutta fiorentina. E’ un mondo losco dove il Bene ed il Male vanno a braccetto, si penetrano per osmosi ed i confini non sono così decisi e puntuali. Prostitute e antifascismo fanno da sfondo sociale e antropologico, come un autunno che preannuncia gli anni di piombo. Bordelli è una mosca bianca che lotta con le poche armi a disposizione. Intuito e cervello alla faccia delle nuove tecniche d’investigazione, del luminol o della prova del dna. Leggere Vichi-Bordelli rassicura perché, alla fine, in fondo, il colpevole è messo dietro le sbarre, “assicurato alla giustizia”, come riportavano le vecchie cronache giornalistiche. La famosa certezza della pena.

Voto 7 + 

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