Eat the phikis
Craccracriccrec
Made in Japan Live
Cicciput A
Cicciput B
Uscito sull’onda del secondo posto conquistato all’edizione
1996 di Sanremo, Eat the phikis ha rivelato al grande pubblico Elio e le Storie Tese, indiscussi
paladini del rock nazionale di marca demenziale. L’album dopo un primo
ascolto risulta esilarante, iterando l’operazione si scopre l’altra faccia del
pianeta Elio: la realtà è che questa band milanese assortisce
grandissimi virtuosisti, sempre pronti ad assecondare la vena ironica del loro carismatico leader e le voci
delle guest stars raccolte per l’occasione – nel disco compare più volte
Giorgia come
corista d’eccezione, oltre al grande James Taylor e ad Edoardo Vianello –.
Comunque, scendendo nel dettaglio della tracklist il primo episodio in
cui ci si imbatte è la versione live del brano sanremese, La terra
dei cachi, irridentemente nazional-popolare ma allo stesso tempo corrosivo
ed a tratti surreale: contraltare finale è Neanche un minuto di non caco,
in cui gli Elii
si sono presi gioco dell’esigenza festivaliera di accorpare tutti i campioni in
una serata ricorrendo ad antiestetici estratti delle canzoni, problema
brillantemente aggirato triplicando il ritmo del brano con risultati
spassosissimi. Nel bel mezzo del disco si alternano altri dieci gioiellini a
dimostrazione dell’estrema versatilità del gruppo: dopo la rilettura pop rock
(ed oscena) del collodiano Pinocchio in Burattino senza fili,
arriva T.V.U.M.D.B. (acronimo per “Ti voglio un mondo di bene”),
confidenziale presa in giro dei miti adolescenziali (nel mirino soprattutto
“quel cicciobombo dei Take That”) con l’ospite Giorgia che
modula la voce come una jazzista, a ruota i toni elettronici e surreali de Lo
stato A, lo stato B (già sigla di “Mai dire goal”), l’impeccabile
latinoamericano di El pube (assolutamente farsesco) ed il tesissimo punk
rock di Omosessualità – notare che in cinque canzoni i musici hanno toccato altrettanti generi
–. La varietà d’altra parte impera sovrana anche nella seconda parte di Eat
the phikis, in cui gli aficionados del gruppo troveranno le due
indiscusse perle della tracklist, ovvero le surreali storie
metropolitane di Mio cuggino – testi semplicemente fantastici, sorretti
delle estemporanee incursioni di Aldo Baglio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo
– e le venature hendrixiane che colorano la ‘meravigliosa’ festa delle medie
raccontata in Tapparella. Doveroso ricordare anche l’autoironica
apparizione di James Taylor in First me, second me (testo inglese ai
limiti dell’assurdo), il pop elettronico di Milza ed infine la
favolosa galleria di rock stars defunte de Li mortacci (ospiti Giorgia e Vianello).
Il disco si completa con interludi in serie (succoso quello dei colleghi dei
Pitura Freska) ed un paio di sorpresine non dichiarate. Imperdibile.
Elio e le Storie Tese, Eat the phikis [Aspirine Music/Bmg 1996]
Voto
8