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  24/04/2024 - 22:14

 

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Scanner - musica
 


Eric Clapton
Pilgrim
[Reprise 1998]

 




                     di Paolo Boschi


Unplugged
From the cradle
Pilgrim
Clapton Chronicles
Riding with the king by Eric Clapton & B.B. King
Reptile


Dopo i fuochi d'artificio dell'album acustico Unplugged nel 1992 e la notevole performance messa in mostra nelle blues covers di From the cradle nel 1994, i claptoniani di vecchia data potrebbero restare sorpresi da questo disco. Infatti in Pilgrim l’inossidabile Slowhand non sembra all'altezza dei due lavori precedenti: nonostante la scelta di tematiche indubbiamente intriganti, si tratta di un album a corrente alternata ed in cui non tutto funziona sempre a pieno regime. Le canzoni in scaletta ammontano a quattordici, di cui dodici inedite e due covers - rispettivamente Born in time di Bob Dylan, scritta originariamente per Clapton ma poi inserita dall’autore in Under the red sky (1990), e Going down slow di St. Louis Jimmy -. L'album inizia con una canzone tra pop e reggae come My father eyes - la seconda scritta da Eric Clapton in memoria dello scomparso figlio Conor dopo l'intensa (e pluripremiata) Tears in heaven - per poi continuare con un alternarsi di brani malinconici, quasi sussurrati: poi, finalmente, la chitarra di Clapton si accende in One chance, dal sapore vagamente anni Settanta, e si fa graffiante e sporca nel blues di Sick and tired e in Shes gone. Tra gli altri brani da segnalare anche Circus e Needs his woman, una delicata ballata. Ma si tratta comunque di fuochi di paglia: in Pilgrim a Clapton sembrano mancare sia la voglia che l’ispirazione, e le poche perle presenti alla fine restano isolate rispetto ad un contesto nel complesso ai limiti della mediocrità. In attesa di essere smentiti dall’ennesimo recupero di classici dal passato, cui probabilmente il chitarrista inglese comincerà a dedicarsi molto presto, o almeno questo è quanto ci auguriamo per lui...

Eric Clapton, Pilgrim [Reprise 1998]

Voto 6½ 

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