Dal folk progressive degli anni '70 (con il Canzoniere del Lazio, dal
1974 al 1977) alla post contaminazione di oggi, il
passo sembra lungo. Non è così per Luigi Cinque.
Il sassofonista, compositore e polistrumentista, che
da oltre trenta anni sperimenta una musica colta leggera e popolare, che dalle
nuove frontiere della musica d’innovazione irrompe con grande
fascino nel quotidiano.
Lo dimostra l’azzeccato Passaggi, l’ultimo Cd, che Luigi
Cinque presenta dal vivo il 10 dicembre 2007 alle 18 insieme a Sal Bonafede,
Badara Seck e Andrea
Biondi (solo alcuni dei molti musicisti che hanno collaborato al nuovo lavoro)
alla libreria Feltrinelli di Via Cerretani a Firenze, il 19 dicembre
all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con il Balanescu Quartet, Michael Gross,
Sal Bonafede, Badara Seck e Andrea Biondi, il 21 dicembre alle 21 all’Auditorium RAI, sede regionale di
Palermo con Sal Bonafede, Badara Seck
e Andrea Biondi.
“Diceva
lo zio Frank, la musica non è altro che un modo di produrre vibrazioni
nell’aria – sottolinea Luigi Cinque -. Diceva che lui da musicista si occupava con i dischi di
spostare molecole nelle stanze dei suoi
ascoltatori, di creare - spostando molecole - spazi d’immaginazione”.
Va
in questa direzione anche Passaggi (prodotto da
Radio Fandango e distribuito da Edel) che, come gli altri album di Cinque,
spazia dalla canzone alla poesia cantata, dal jazz, dalla
contemporanea all’etnica, in un mixing innovativo, eppure orecchiabile. Un
sound ammaliante quanto basta per superare di slancio l’idea stessa di
contaminazione, per approdare a una post
contaminazione in cui i suoni descrivono, come le parole, nuove atmosfere
multiculturali. Uno stile in cui la world music e il
jazz, ma anche le danze da balera, il suono magico di dialetti lontani, la
scelta di noise evocativo, approfondimenti acustici e sprazzi d’elettronica diventano
citazioni di qualcosa di nuovo e di totale, che è la musica di Luigi Cinque. Un vento espressivo che spira da un Sud ideale, atemporale, che rilancia
il suo ruolo attivo nelle trasformazioni culturali e musicali del presente.
tra sonorità ipnotiche tribali e moderno sound
occidentale.
Le quattordici nuove composizioni originali di
Passaggi sono brani perfetti per migrazioni mentali, vitali accrocchi di note che
evocano l’astrattezza jazz, la musette più charmant, ma anche rock e tango,
ballo e melanconia, etno trance e allegria di fanfare
balcaniche.
Per rendere vitale la sua musica, Cinque si affida
stavolta alla voce del griot senegalese Badara Seck, a quella sciamanica (dalla mongolia cinese) di Urna Chahar -Tugchi,
a quella nera della camerunense Nicole Ewang, al canto ispirato della pakistana Shafqat Amanatali e di
Lucilla Galeazzi, recentemente premiata dal
Club Tenco.
Ai colori vocali si mischiano, in un continuo scambio di emozioni, quelli poetico strumentali della Hypertest
Orchestra, l’ensemble elettro-acustico fondato e diretto da Luigi Cinque, che nel
nuovo album brilla della genialità di Maurizio Gianmarco ai sax, di Gianluigi Trovesi e Paolo Ravaglia
ai clarinetti, di Andrea Biondi al vibrafono, di Riccardo Tesi all’organetto
diatonico. Guest star dell’operazione l’eclettico violinista rumeno
Alexander Balanescu, i pianisti Danilo Rea e Sal Bonafede, il
geniale batterista Roberto Gatto, il chitarrista Dave Fuzcinsky
e il bandoneonista argentino Walter Rios.
Il risultato è una partitura complessa eppure
coinvolgente, condivisibile, concreta, che si avvale del talento di grandi
personalità musicali, che collaborano fra loro in maniera trasversale,
mantenendo la loro unicità, il loro shining, come in
un puzzle ideale creato apposta per descrivere con tutti i colori possibili,
con energia e dolcezza le mille direzioni, gli stimoli e le contraddizioni della
composita società attuale.
Voto
8