Alexander Balanescu
Maria T
Un Cd e uno spettacolo nel mito di Maria Tanase
Alexandre Balanescu al violino, James Shenton al violino, Andrei Parker alla viola, Nicholas Holland al cello, Steve Arguelles alla batteria e il video-artista Klaus Obermaier protagonisti a Fabbrica Europa 2007
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Quanta poesia in quel violino che esplora l’anima della sua
nazione, l’immaginario che rese la cantante e attrice (1913-1963) Maria Tanase un mito. Negli anni '50 i rumeni la veneravano e
l’'Edith Piaf di Bucarest seppe tenere alta la testa
e soprattutto la voce, regalando ai suoi ammiratori preziose perle vocali,
canzoni tormentate ed eleganti.> Come
quelle che possiamo ascoltare in Maria T. il progetto
con cui il musicista e compositore rumeno Alexander Balanescu
le rende omaggio con un bellissimo album e uno spettacolo
arricchito dalle immagini del video-artista austriaco Klaus Obermaier,
che è stato presentato con successo alla Stazione Leopolda di Firenze per Fabbrica Europa 2007.
Maria T è un lavoro (sia il Cd, che lo spettacolo) che rappresenta il
ricongiungimento di Alexander Balanescu con le sue
radici. La sua squisita verve di compositore e arrangiatore ha
consentito a di creare un'opera senza tempo, che coniuga intuizioni minimali a grande
sensibilità, virtuosismi contemporanei a echi e materiali del repertorio di Maria Tanase. Le
canzoni della chanteuse rumena si disintegrano e si ricompongono con una magia
rara e le corde dello String Quartet di Balanescu, percorse dai quattro in un crescendo di ottave si infrangono a meraviglia nel drumming serrato,
elegante e spesso poderoso di Steve Arguelles. Il
risultato va ben oltre all’omaggio a una grande
performer che non c’è più. Attraverso la vita e l'opera di Maria T. Balanescu ha
infatti indagato in profondità le complesse e meravigliose contraddizioni dell'anima rumena, riportandoci un ritratto a tinte forti
dell'atmosfera culturale e politica della Romania durante la II Guerra Mondiale e la
transizione verso il Comunismo.
Prendendo come basi per nuove composizioni le canzoni da interpretate dalla Tanase, Balanescu
ha cercato di sviluppare un nuovo linguaggio personale attraverso la sua
particolare prospettiva musicale (con influenze classiche, jazz, elettroniche e
in genere molto eclettiche) sottolineando le affinità tra la cultura e la
musica dei nostri giorni e quella dell'epoca in cui Maria è vissuta. Nella
riuscita performance multimediale fiorentina va anche sottolineata
la perfetta interazione fra i video d'arte di Obermaier
e la musica. Le trame grafiche create dal video artista donano alla musica
una profondità entusiasmante. Basta una pecora
zampettante che, moltiplicata all’infinito, diventa un segno grafico a dare il
senso della società contadina che la musica della Tanase
esalta. Immagini di repertorio, paesaggi della Bucharest
degli anni '50, tracce dei concerti di Maria fanno il resto. Senza
sovrapposizioni, casomai facendo emergere lo stesso mondo di immagini
che la bellissima opera di Balanescu propone con
forza ed eleganza sulla ribalta. > Una
narrazione per musica e immagini, che in qualche modo rivela anche la storia
sommersa di Balanescu, di quell’Alexander nato in
Romania nel 1950, che nel '69 si stabilisce in Inghilterra dove comincia
l'avventura di musicista e compositore. Stringe subito rapporti stretti con
l'avanguardia inglese, tra cui Michael Nyman, del quale
diviene primo violino. Dal '92 comincia a incidere per
Mute Records. Il lavoro di questo straordinario artista delle note, come del
resto ci abituato dal 94 (anno in cui pubblicò Luminitza)
prosegue all’insegna della contemporaneità, anche quando usa il pop folk come
fonte d'ispirazione principale. Un’opera squisitamente moderna utilizzando gli
echi e i materiali di struggente forma canzone del repertorio di Maria Tanase.
Voto
8
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