Jazz e Melville
per un lavoro ricco di poesia e suggestione non solo musicali. La ParmaFrontiere Orchestra
ha pubblicato per l'etichetta MM Records, A silvery silence, frammenti da Moby
Dick, un Cd (registrato nel 2003 e prodotto dal Festival ParmaJazz
Frontiere). In evidenza la vocalità di Lucia Minetti e le cantillazioni ebraiche
di Riccardo Joshua Moretti, ma soprattutto il vortice musicale creato da Roberto
Bonati, un sound composito in cui il jazz incontra la musica del mondo e si
tuffa nella contemporaneità. Un progetto colto e raffinato, che abbraccia un
jazz svestito delle connotazioni di genere per carpire con intensità le sfaccettature
del linguaggio contemporaneo. Sullo sfondo il mare, nella sua accezione più
fascinosa e incombente, di cui la balena bianca è l'emblema, una regina dei
flutti e dell’immaginario. Il simbolo di una creatività estrema,
irraggiungibile, mitica, dell’avventura per antonomasia narrata da Melville e
quella musicale creata da Bonati.
Fondata da Roberto Bonati nel 1998, all'interno del Festival ParmaJazz Frontiere, la ParmaFrontiere Orchestra
è da sempre un ensemble duttile e in grado di muoversi a suo agio sia nel campo
del linguaggio contemporaneo sia in quello della musica improvvisata. E’ un'orchestra di grandi solisti che portano
all'interno della musica di Bonati le loro diverse esperienze e la loro
speciale sensibilità. La ricerca sul rapporto tra i linguaggi e sulle
possibilità timbriche, strutturali e formali che scaturiscono da un organico
così particolare (oboe, archi, percussioni, elettronica, ottoni…) è alla base della scrittura di Roberto
Bonati, sempre lirica e appassionata.
Ma torniamo a questo poetico album che si
sviluppa intorno al tema del viaggio, quello reale del capitano Achab e della
sua nave, il Pequod e quello in cui ci conducono le profezie bibliche e il loro
compimento. Il risultato è un percorso attraverso ritmi e melodie vicine e
lontane, dalla cantillazione ebraica ai frammenti di musica dalle isole della
Polinesia, dove si compie il destino di Achab, per finire al canto dei
pescatori siciliani; e ancora dalla citazione biblica all'elemento popolare,
come a dire che Giona e Moby
Dick sono icone universali che possiamo ritrovare in ogni popolo e cultura.
Il viaggio lungo le pagine di
si avvantaggia dei
riferimenti biblici del romanzo che, con le loro profezie, intessono la
narrazione e ne ispirano la musica. La cantillazione ebraica in particolare è
il filo rosso che tesse i pannelli delle storie e dei personaggi in un ordine
non strettamente narrativo che Roberto Bonati ripropone attraverso la
suggestione e la potenza evocativa della musica. Le storie bibliche dei
personaggi hanno suggerito a Bonati una tessitura musicale fortemente
suggestionata dalla parola, che non a caso per la cultura ebraica è elemento
creatore e primordiale: la lettera IOD, in realtà un semplice punto, è l'inizio
di tutto, e Melville ci racconta anche dell'importanza della lettera H
all'interno della parola Whale. I nomi che contengono la lettera H sono stati
qui tradotti in frasi musicali.