Unplugged
From the cradle
Pilgrim
Clapton Chronicles
Riding with the king by Eric Clapton & B.B. King
Reptile
Nato nel Surrey nel 1945, Eric Clapton, è fin dai primi anni Sessanta un chitarrista entrato nella sfera del mito, se è vero che, giusto qualche tempo dopo, i giovani dei Settanta usavano scrivere nei muri della metropolitana di Londra "Clapton è Dio". Nel frattempo l'irrequieto Eric era passato dagli Yardbirds alla band di John Mayall, i Bluesbreakers, autori dell'omonimo album del 1966, capostite del blues di marca britannica, e quindi aveva fondato con Jack Bruce e Ginger Baker i Cream, un gruppo capace di fondere il blues con la psichedelia emergente. I Settanta per Clapton furono difficili, anche per problemi di tossicodipendenza: dagli effimeri Blind Faith (con Steve Winwood e John Lennon, tra gli altri) a Derek & the Dominoes, il chitarrista inglese arrivò fino alla svolta pop da solista, proseguita il decennio successivo con la collaborazione con Phil Collins, per chiudere il cerchio nei Novanta, con l'album acustico Unplugged (vincitore di sei Grammy nel 1992) e From the cradle, il suo ritorno alle radici blues, seguito dalla sterzata pop di Pilgrim. In una carriera multiforme come quella di Clapton trovano senso dunque anche i best of, utili per riordinare esperienze diverse ma provenienti dallo stesso artista. Di recente il grande "Slowhand" ha fatto il punto della situazione con le sue Clapton Chronicles, una raccolta antologica di quindici brani dell'ultimo ventennio, compresi un paio di inediti cinematografici, ovvero Blue eyes blue ( dalla colonna sonora di Runaway Bride) e (I) get lost, canzone che scandisce quasi ossessivamente i tempi drammatici di Story of us di Rob Reiner. A completare il dittico c'è anche un altro brano scritto per il grande schermo, Change the world, decisamente piacevole, una delle cose migliori del mediocre Phenomenon. Per il resto il disco presenta il 'filo rosso' delle canzoni dedicate al figlio Conor, scomparso prematuramente: la splendida Tears in heaven (da Unplugged) e My father's eyes (da Pilgrim). Clapton Chronicles è anche l'occasione per riascoltare alcuni pezzi nati in collaborazione con maestri del pop del calibro di Phil Collins (Forever man e She's waiting) e Russ Titelman (Bad love e Pretending). In primo piano sicuramente le versioni acustiche di Layla, Running on faith e Before you accuse me, tutte estratte dallo splendido Unplugged. A chiudere il discorso sul versante intimistico Clapton ha pensato bene di inserire anche una versione live di Wonderful tonight, un classico del suo repertorio.
Eric Clapton, Clapton Chronicles. The best of Eric Clapton [Reprise 2000]
Voto
7½