La scorciatoia
Chili con Linda
Tishomingo Blues
Killshot
«Stavo per suicidarmi, poi ho letto che Elmore Leonard
aveva scritto un nuovo libro»: magari questo aforisma anonimo degli anni
Novanta esagera nella forma, non nel concetto di base, dato che Elmore Leonard,
classe 1925, è da almeno cinquant’anni l’indiscusso protagonista del crime
novel e probabilmente il miglior scrittore di dialoghi attualmente in
circolazione, almeno secondo l’autorevole giudizio di Stephen King nel suo
saggio sull’arte della scrittura On writing. Da questo punto di vista
non fa eccezione neanche Tishomingo Blues, un romanzo che ha tutte le
caratteristiche per essere definito un piccolo capolavoro: oltre ai soliti
dialoghi che costituiscono il marchio di fabbrica di Leonard da Get Shorty a Out of sight –
agili, movimentati ed estremamente realistici –, l’ultima fatica dello scrittore di
New Orleans brilla di originalità per la particolare ambientazione e
l’eterogeneità dei vari personaggi, insomma è dotata di tutte le qualità che
hanno portato gli
altri romanzi leonardiani sul grande schermo. E la cosa è perfettamente
ovvia, dato che le pagine di Leonard risultano quasi naturalmente
cinematografiche per lo stesso stile dell’autore, che scrive i
suoi romanzi per microsequenze, riservando un’estrema cura per i dialoghi ed i
dettagli scenici. Basti pensare all’intrigante incipit, che ci cattura
portandoci all’interno del personaggio di Dennis Lenahan, un maturo tuffatore
dai nervi d’acciaio, un tipo decisamente cool: Dennis porta in giro per
casino e luna parks il suo show itinerante di tuffi acrobatici, e tutti
i giorni rischia la vita dalla torre della sua piscina smontabile, larga sette
metri e profonda due metri e mezzo, dall’alto dell’ultimo trampolino sembra una
moneta da cinquanta centesimi. Un giorno Dennis arriva a Tunica, Mississippi, ingaggiato dal
Tishomingo Lodge&Casino, un hotel che prende nome da un
capo indiano ed in cui circolano strani tipi: quando dalla torre da
venticinque metri il nostro protagonista vede due tizi strani che ne ammazzano
un terzo e si accorgono di lui, comprende che sarà dura uscire indenne del suo
ingaggio più recente. Il tutto raccontato in un’atmosfera oltremodo variegata:
perché a Tunica si possono trovare vecchi lanciatori di baseball che sparano
balle a tutto spiano, insospettabili trafficanti di droga, numerosi reenactors, ovvero attori
seriamente impegnati nella ricostruzione di battaglie della Guerra Civile tra Sudisti
e Nordisti, perfino una banda di malavitosi forestieri. Uno di loro si chiama
Robert Taylor ed è un forbito ed intrigante gangster di Chicago con una
passione d’altri tempi per il blues, in
particolare il blues di Robert Johnson, che proprio da questi parti ad
un crocevia vendette l’anima al diavolo in cambio del suo irresistibile talento
alla chitarra. Nel particolarissimo mélange narrativo di Tishomingo
blues spiccano inoltre le signore, donne belle e sensuali, spesso
irremovibili a diventare pedine nei giochi dei protagonisti maschili. Un
romanzo imperdibile: Leonard
ci cattura dalle prime righe e costringe il lettore a ‘divorare’ la storia un
capitolo dopo l’altro fino alla fine. Traduzione ricca di verve a cura
di Wu Ming 1.
Elmore Leonard, Tishomingo Blues, Torino, Einaudi, 2003; pp. 308
Voto
8+