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Jonathan Coe
Circolo chiuso
Milano, Feltrinelli, 2005; pp. 405
L'atteso seguito de "La banda dei brocchi"

 




                     di Paolo Boschi


La famiglia Winshaw
La casa del sonno
L'amore non guasta
La banda dei brocchi
Circolo chiuso


Dall'autore de La famiglia Winshaw e La casa del sonno, ecco finalmente Circolo chiuso, l'annunciato seguito de La banda dei brocchi, di cui è perfino proposto un disteso riassunto in appendice per coloro che se lo fossero perso o che, pur avendolo letto, l'avessero "inspiegabilmente" dimenticato - testuali parole di Jonathan Coe, e come dargli torto? -. I due romanzi nel loro complesso sotto il versante cronologico presentano un arco narrativo che va dai controversi anni Settanta fino ad oggi, coprendo così l'ultimo trentennio di storia inglese e finendo per costituire, mutatis mutandis, un'ideale Meglio gioventù della terra d'Albione, se mai dovesseroricavarne un film. Il parallelo tra il film di Marco Tullio Giordana ed il romanzo in due parti di Coe è reale per la stessa coppia di ragioni: in entrambi i casi si tratta infatti di grandi soap operas d'autore (in sé un controsenso), e capaci di mostrare la storia dietro le vicende biografiche di un gruppo di personaggi fotografato in modo impeccabile. In Circolo chiuso, in particolare, dalla confusa innocenza de La banda dei brocchi si passa alla diffusa confusione di valori che caratterizza i giorni nostri: la rampante svolta dei laburisti di Blair, il dramma del lavoro uncinato dalla globalizzazione imperante, l'11 settembre 2001, la guerra in Iraq. E nel bel mezzo degli eventi macroscopici, ecco tornare sotto l'obiettivo di Coe quel pugno di ragazzi che avevamo imparato ad amare nel primo romanzo, ragazzi ormai cresciuti, disillusi e scesi a patti con le contraddizioni della vita: Claire Newman ritorna in patria dopo un matrimonio fallito, un amore italiano finito ed un ritorno di morbosa curiosità per la scomparsa della sorella Miriam di vent'anni prima; e ritroviamo Paul Trotter, giovane conservatore ora felicemente riciclato a parlamentare laburista, sposato con prole e felicemente invaghito di Malvina, la sua assistente mediatica; ed il fratello di Paul, Benjamin, sposato senza prole (non con Cicely, la sua imperitura amata di una notte), all'inizio platonico vagheggiatore di Malvina, genio atteso da tutti ma ricilato a commercialista, con un romanzo nel cassetto che continua a crescere senza una fine all'orizzonte; e l'ineffabile Doug Anderton, divenuto opinionista di grido e sposato con una dama dell'alta società londinese; e l'arguto anarchico Sean Harding, che riemerge dal passato avvolto in un'ombrosa figura da folle reazionario. Circolo chiuso lo si comincia a leggere e si finisce travolti dal labirinto narrativo che anche per stavolta l'implacabile Coe ha allestito per noi: tra lettere, travestimenti letterari, flashbacks ripetuti e sorprese ad effetto il lettore sarà costretto a divorare il romanzo fino all'ultima pagina. La figura più intrigante del contesto, spesso in negativo, si rivela Paul Trotter, parlamentare di seconda fila ciecamente fedele al nume di Tony Blair: e anche la sequenza clou segna un passaggio ideale di testimone da Benjamin Trotter - fulminato sulla via di Damasco dalla miracolosa apparizione di un costume di bagno che gli impedì di nuotare nudo (ridicolizzato per sempre dai compagni) nella piscina della scuola - al fratello Paul, indefesso comunicatore mediatico capace di mille dichiarazioni che non svelano mai la sua posizione, in crisi di coscienza solo al vaglio della guerra in Iraq, cui sarebbe contrario ma che finirà per appoggiare perché in caso di conflitto continuerebbe ad usufruire del pied-à-terre del cognato corrispondente di guerra per le sue nottate adulterine. Un romanzo imperdibile, anzi due.

Jonathan Coe, Circolo chiuso, Milano, Feltrinelli, 2005; pp. 405

Voto 7/8 

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