Saltatempo
Dottor Niù
Spiriti
Teatro
Blues in sedici
Bar Sport Duemila
Una vita all'insegna della satira e della denuncia quella di Stefano Benni: dopo il pessimismo lirico di Blues in sedici (1998) lo scrittore bolognese torna alla misura della narrativa lunga giusto a quattro anni da Elianto. L'ultima fatica letteraria di Benni s'intitola Spiriti e, se la vena satirica vi scorre fluente come al solito, si tratta stavolta di un romanzo di difficile decodificazione dal punto di vista del genere, d'altra parte lo scrittore non ha mai amato le etichette preconfezionate. Azzardando una definizione potremmo descriverlo come un romanzo tragicomico con una forte componente noir, una radicata vena di denuncia e decise tinte fantastiche, talvolta surreali. Il lettore è messo sull'avviso anche dalla triplice dedica: all'indimenticabile Fabrizio De André, al maestro di scuola del figlio di Benni ed a due amici bosniaci dello scrittore. Con Spiriti, siamo in un futuro possibile dominato da un impero capeggiato da John Morton Max, "il presidente che non conta niente", poco impegnato a decidere la direzione del mondo e sempre in mezzo allo scandalo di turno, preferibilmente sessuale - c'è perfino un sito Internet che si occupa delle sue performances erotiche -. Il presidente di clintoniana ispirazione, su consiglio dei signori della guerra (militari e produttori di armi), ordina di organizzare un grande Megaconcerto di beneficenza sull'Isola per rilanciare le azioni della Dolce Guerra locale (perché nel futuro la guerra si combatte in stile soft e con intelligenza), in occasione del suo decimo anniversario. Nella sontuosa Villa Bianca, contornata da ampi spazi di ipererba nei quali il Presidente si diletta a giocar (male) a golf, scopriamo altri personaggi della storia: il mitico cane da salvataggio Baywatch, la conturbante stagista dagli occhi viola Melinda, le due rigide guardie del corpo Stan e Owl, il rude generale Ciocia, perennemente in tuta mimetica stonata col contesto ambientale. Alla fase organizzativa del Megaconcerto prenderanno parte anche alcuni prestigiosi esponenti del satellite imperiale di Usitalia: ai vertici del quale troviamo Berlanga (nome assonante alla realtà), una sorta di gangster mediatico, proprietario delle "Trivù" che trasmetteranno in mondovisione l'evento, un leader moderato sempre in litigio col sindaco moderista Rutalini. Con lo scorrere delle pagine arrivano anche le star dello spettacolo: Rik, l'idolo del momento, i britanni Bi Zuvnot, il cantante positivo neagico nuoverico Zenzero, i comici Belsito e Sapone, la cantante Madoska, verso la conclusione perfino un redivivo Elvis Presley. Ci sono tutti i più grandi, e al concerto arriveranno in massa tutti i fans, riempiendo di code chilometriche l'unica strada dell'Isola. Questa è soltanto la facciata ufficiale del romanzo: una realtà patinata e preconfezionata che il potere costituito vuole indurre nelle menti dei cittadini. Benni vi affianca anche una realtà alternativa e parallela, quella degli spiriti, appunto, mossi dal desiderio di riportare il mondo ad un sano equilibrio naturale. Tra di loro troviamo nomi come il focoso Kimala, il diplomatico Poros, il cacciatore Aladino, l'attore Behemot, Asmodeo spirito dei tonni e Ukobacco spirito delle zanzare: una galleria di spiriti (quasi) positivi ma divisi internamente, che troveranno coesione per frapporsi alla realtà senza uscita degli umani, procrasticata dal più oscuro tra tutti loro, ovvero Enoma, lo spirito dei tempi che corrono. Tempi bui, come si evince dalla storia. La schiera 'spirituale' si completa con folletti di seconda linea, sciamani ispirati e deviati, maghi di terz'ordine, e due gemelli magici nati nell'isola, Salvo e Miriam, che gli spiriti tenteranno di strappare al perfido disegno massmediatico ordito ai loro danni dai poteri ufficiali. Un grande romanzo, capace di inaudite aperture visionarie, animato da una sana voglia di denuncia contro il potere ufficiale e l'appiattimento di gusti e tendenze indotto dalla televisione e dai media in genere. Stefano Benni a tratti ci fa ridere offrendoci al contempo numerosi spunti di riflessione sulla direzione (talvolta incomprensibile) intrapresa dalla nostra realtà. Spiriti dà molto da pensare in tal senso fin dalla pagine d'apertura: il romanzo comincia infatti con la fine del mondo. In una variopinta galleria di oltre sessanta personaggi lo scrittore bolognese fa quadrare il cerchio, conducendoci tortuosamente verso l'Apocalisse (o un nuovo inizio).Stefano Benni, Spiriti, Milano, Feltrinelli ("I Narratori"), 2000; pp. 312
Voto
7½