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Teatro
Blues in sedici
Bar Sport Duemila
Lo
scrittore bolognese aveva già
pubblicato in passato due raccolte poetiche ricche di verve satirica come Prima o
poi l'amore arriva (1981) e Ballate (1991).
In Blues in sedici.
Ballata della città dolente - edita nella collana "Universale
Economica" - Benni spinge l'acceleratore sulla poesia d'analisi e di
denuncia. Ad otto personaggi – l'Indovino cieco, il Padre, la Madre, il Figlio,
Lisa, la Città, il Killer, il Teschio – che tornano in scena in due movimenti è
affidato l'arduo compito di raccontare l'amaro
quadro della metropoli urbana: forse l'ultima possibilità, a giudizio di Benni, di dare un
senso ad una realtà caotica che pare averlo smarrito del tutto. Nel suo sforzo
interpretativo dei fenomeni della storia l’autore bolognese
sceglie la via del verso e la cadenza del blues, un genere mai 'facile'
attraverso il quale da sempre la realtà è svelata col filtro di una malinconia
dolceamara, come la vita appunto. Benni si lancia nel blues, storicamente
un genere espressivo che canta l’oppressione delle masse al potere, che è
oppressivo secondo copione ma non può soffocare un canto che nasce da dentro. La lunga ballata
della città dolente è l'occasione per conoscere un lato inedito (ma non
troppo) di uno scrittore noto in genere per la prosa effervescente e le trame
surreali della sua produzione narrativa.
Stefano
Benni, Blues in sedici, Milano,
Feltrinelli, 1998; pp. 58
Voto
7