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  27/04/2024 - 07:21

 

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Stefano Benni
Blues in sedici
Milano, Feltrinelli, 1998; pp. 58
Il blues lirico di Benni in una malinconica ballata della città dolente

 




                     di Paolo Boschi


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Blues in sedici
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Lo scrittore bolognese aveva già pubblicato in passato due raccolte poetiche ricche di verve satirica come Prima o poi l'amore arriva (1981) e Ballate (1991). In Blues in sedici. Ballata della città dolente - edita nella collana "Universale Economica" - Benni spinge l'acceleratore sulla poesia d'analisi e di denuncia. Ad otto personaggi – l'Indovino cieco, il Padre, la Madre, il Figlio, Lisa, la Città, il Killer, il Teschio – che tornano in scena in due movimenti è affidato l'arduo compito di raccontare l'amaro quadro della metropoli urbana: forse l'ultima possibilità, a giudizio di Benni, di dare un senso ad una realtà caotica che pare averlo smarrito del tutto. Nel suo sforzo interpretativo dei fenomeni della storia l’autore bolognese sceglie la via del verso e la cadenza del blues, un genere mai 'facile' attraverso il quale da sempre la realtà è svelata col filtro di una malinconia dolceamara, come la vita appunto. Benni si lancia nel blues, storicamente un genere espressivo che canta l’oppressione delle masse al potere, che è oppressivo secondo copione ma non può soffocare un canto che nasce da dentro. La lunga ballata della città dolente è l'occasione per conoscere un lato inedito (ma non troppo) di uno scrittore noto in genere per la prosa effervescente e le trame surreali della sua produzione narrativa.

Stefano Benni, Blues in sedici, Milano, Feltrinelli, 1998; pp. 58

Voto 7 

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