Afrodita
La figlia della fortuna
Ritratto in seppia
La città delle bestie
Il mio paese inventato
Il regno del Drago d'Oro
Isabel
Allende è nata a Lima nel 1942 ma è vissuta in Cile fino al 1973, lavorando
come giornalista: nipote
del presidente Salvador Allende, si trasferì in Venezuale in seguito al golpe
militare che portò al potere Pinochet, e quindi negli Stati Uniti. La
caotica storia cilena sembra aver trovato un’ideale traslazione nelle epopee
familiari messe al centro dei romanzi della Allende, a partire dal debutto, datato
1982, con La casa degli spiriti fino al recente La figlia della
fortuna, del 1999. Tra questi due estremi letterari l’autrice cilena
ha messo una lunga serie di best sellers, in Italia tutti pubblicati
dalla Feltrinelli: D’amore e d’ombra, Eva Luna, Il piano
infinito, l’autobiografico Paula, lo strano mosaico enogastronomico
di Afrodita. Racconti, ricette ed altri afrodisiaci. L’ultimo romanzo di
Isabel Allende s’intitola Ritratto in seppia
e si è rivelato il consueto successo annunciato: dal punto di vista della
cronologia interna all’opera della scrittrice si tratta del sequel de La
figlia della fortuna, e quindi si può considerarlo come il secondo capitolo
di una trilogia che si chiude appunto con La casa degli spiriti. Per
quanto anche in Ritratto in seppia la Allende
dia prova di una consolidata scaltrezza letteraria e di un notevole mestiere,
la prima impressione che si prova arrivati in fondo alla sua ennesima saga
familiare è che pochi libri possono definirsi più “romanzeschi”: dentro vi si
trovano, dipanati lungo il filtro della memoria della voce narrante, una lunga
schiera di amori, conflitti umani, viaggi, battaglie, idee, affari, morti,
conversazioni, ascese e cadute. Il titolo, oltre che suggestivo, è quanto mai
azzeccato: la protagonista, Aurora Del Valle, è infatti una fotografa di
trent’anni che ricostruisce, attraverso un’ideale carrellata di stinte
fotografie, il passato della sua grande famiglia, sia da parte materna che
paterna, suddiviso nelle tre parti del romanzo: un prologo dal 1862 al 1880,
l’infanzia e l’adolescenza dal 1880 al 1896, la giovinezza dal 1896 al 1910.
Nelle prime pagine ritroviamo la famiglia di Eliza Sommers, proprietaria di una
pasticceria cilena di Chinatown, a San Francisco, e del guaritore cinese Tao
Chi'en, ovvero i protagonisti de La figlia della fortuna,
genitori di Lynn Sommers, futura madre di Aurora Del Valle, la ragazza più
ricercata dai fotografi cittadini per la sua incredibile bellezza, sedotta ed
abbandonata dal bohémien Matías, figlio del facoltoso Feliciano
Rodríguez de Santa Cruz e della dinamica Paulina del Valle, capace di far
sfilare per le vie della città un imponente letto con baldacchino fatto
costruire da artigiani a Firenze appositamente per sbeffeggiare la giovane
amante del consorte. E continuiamo assistendo al matrimonio riparatore offerto
da Severo del Valle, l’onesto cugino dello sleale seduttore, innamorato
irreparabilmente della splendida ragazza, poi morta dando alla luce la sua
bambina. E quindi arriva l’infanzia tra i profumi della pasticceria dei teneri
nonni materni, e poi, dopo la morte violenta di Tao Chi’en, il trasferimento
nel palazzo della straordinaria nonna paterna, ed il ritorno in Cile, società
infinitamente più chiusa e tradizionalista rispetto agli Stati Uniti, e
dilaniata da conflitti bellici. Ritratto in seppia
continua con lo sbocciare dell’amore per la fotografia, e quindi
dall’incontro con l’uomo della vita, destinato a rivelarsi un’amara delusione.
Un romanzo intrigante e di piacevole lettura, sicuramente tra i migliori della Allende.Isabel
Allende, Ritratto in seppia, Milano, Feltrinelli, 2001; pp. 272
Voto
7½