Kill Bill - Vol. 1
Regia di Quentin Tarantino
Cast: Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen, Vivica A. Fox, Lucy Liu; az./comm./thril.; Usa; 2003; C.
La vendetta è un piatto da servire freddo ...e al sangue
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Pulp Fiction
Jackie Brown
Kill Bill - Vol. 1
Kill Bill - Vol. 2
Bastardi senza gloria
Django Unchained
C'era una volta... a Hollywood
Un’ironica
summa dei B-movies dagli anni Settanta ad oggi, una smaccata
reinterpretazione del genere d’azione con complessi richiami d’intertestualità
con lo spaghetti western stile Sergio Leone (uno dei numi tutelari
tarantineschi), con il wu-xia-pian – il genere cappa e spada orientale
di cui La tigre e il
dragone costituisce l’ultima e più edulcorata versione –, con il kung
fu di facile consumo delle pellicole di Bruce Lee, con il cinema nipponico
incentrato sulla figura del samurai (Kurosawa docet), con i film bad
girls-style d’hollywoodiana memoria e molto altro ancora, il tutto
centrifugato con la solita colonna sonora made in
Tarantino capace di miscelare Morricone con Isaac Hayes senza soluzione
di continuità, interpretato da un pugno di indimenticabili caratteri,
caratterizzato da una struttura filmica illogicamente deframmentata per
amplificare ad arte il cammino di vendetta della protagonista.
Tutto ciò non è che il primo volume di Kill
Bill, sorta di opus magnum dell’action movie da Oriente
ad Occidente, che la Miramax per esigenze di distribuzione ha scelto di
spezzare in due parti (a febbraio l’atteso volume secondo). Kill Bill è
un esplosivo e caotico action-cocktail concepito appositamente per
stremare i fans incalliti dell’autore de Le Iene e Pulp Fiction con una
spremuta di Tarantino al cento per cento: arti mozzati, sangue a fiotti su un
candido scenario giapponese, scontri impari tra una protagonista ammantata
nella tuta gialla di Bruce
Lee con 88 assassini sulla falsa riga della matrixiana battaglia tra Neo e
l’agente Smith replicato all’infinito, ed altre brutalizzanti amenità in serie,
perché l’autoreferenzialità di Kill Bill è il monstrum che si
palesa senza ritegno laddove nell’autorialità di Elephant il monstrum
latente emergeva per incastro e per difetto. La storia, ricostruita
linearmente, è incentrata sul personaggio della “Sposa”, già nota come “Black
Mamba” all’epoca della sua militanza nella “Deadly Viper Assassination Squad”
capeggiata dal fantomatico Bill del titolo – ovvio il richiamo interno ad Uma
Thurman nei panni dell’attricetta Mia di Pulp Fiction, che ricordava al
buon Vincent di aver recitato nell’episodio pilota del serial “Volpi
Forza 5” –. La
Sposa si risveglia dopo un coma profondo durato quattro anni, miracolosamente
sopravvissuta all’eccidio del futuro marito, degli invitati e della figlia che
portava in grembo durante il suo matrimonio, cancellato nel sangue da Bill e
dalle sue vipere assassine. Dopo essersi procurata l’invincibile katana per
compiere la sua vendetta, la Sposa inizierà a ritrovare e uccidere senza pietà
le sue vecchie compagne di omicidi: un iter vendicativo in crescendo che
andrà a concludersi nel secondo capitolo con il vecchio Bill, l’ex capo e
l’amante di un tempo, come obiettivo finale. Uccidere Bill. Perché
la vendetta, Tarantino lo sa bene, è un piatto che va gustato freddo,
possibilmente al sangue...
Kill Bill - Vol. 1, regia di Quentin Tarantino, con Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen, Vivica A. Fox, Lucy Liu, Samuel L. Jackson; az./comm./thril.; Usa; 2003; C.; dur. 1h e 50'
Voto
7½
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