Zagor, lo Spirito con la Scure
Cico, il miglior amico di Zagor
Il mito di Darkwood
Za-Gor-Te-Nay e gli indiani
Hellingen, il nemico numero uno di Zagor
I nemici dello Spirito con la Scure
I Trapper
Zagor da record
Il club di Zagor
Creato dalla fantasia dello sceneggiatore Guido Nolitta (pseudonimo sotto il quale si cela l'editore Sergio Bonelli) e del disegnatore Gallieno Ferri, Zagor vive a Darkwood, una foresta immaginaria nel Nord America della prima metà del secolo scorso: un'epoca in cui le guerre indiane non hanno ancora decimato i pellerossa e le terre di frontiera sono selvagge e inesplorate.
Il suo nome deriva dall'abbreviazione delle parole algonkine "Za-gor-te-nay", che significano "Lo Spirito con la Scure". Per i pellerossa, Zagor è immortale ed è stato inviato dal Grande Spirito per governare con giustizia la foresta di Darkwood, mantenendo la pace fra bianchi e indiani. Il costume che indossa e l'inseparabile scure con cui combatte lo rendono immediatamente riconoscibile da tutti gli abitanti della zona, che lo rispettano e lo temono. Accanto a Zagor trotterella l'impareggiabile Cico, un grasso messicano campione di simpatia e d'appetito.
Il vero nome di Zagor è Patrick Wilding, abbreviato in Pat. Sappiamo che è figlio del tenente Wilding, un ufficiale dell'esercito ritiratosi a vivere come un pioniere in una capanna nei boschi del nord-est degli Stati Uniti. E' poco più di un bambino quando vede uccidere i propri genitori da una banda di indiani Abenaki guidati da un fanatico di nome Salomon Kinsky. Salvatosi miracolosamente dal massacro, il ragazzo viene raccolto da un bizzarro vagabondo, Wandering Fitzy, e cresce imparando da lui i segreti della sopravvivenza nella foresta tipici della rude vita dei trapper. Continua però a covare dentro di sé un solo proposito: la vendetta! Quando, ormai adulto, riesce ad attuarla uccidendo Salomon Kinsky, scopre nello stesso tempo che suo padre, quando ancora vestiva l'uniforme, era stato un massacratore di indiani. Il giovane Wilding impara così sulla sua pelle che i concetti di male e di bene sono relativi e non si possono attribuire sempre a una sola parte della barricata. Aiutato da una simpatica famiglia di saltimbanchi, i Sullivan, si trasforma così in Za-Gor-Te-Nay (in dialetto algonkino questo nome significa "Lo Spirito con la Scure"): un generoso giustiziere sempre pronto a schierarsi con i deboli e gli oppressi (rossi, neri o bianchi che siano) contro i soprusi e le prepotenze altrui.
Quando Zagor entra per la prima volta in scena (a pagina 10 del primo albo della sua lunga saga) ha due bracciali, il bavero dotato di lacci e un coltello fissato alla cintura: tutti particolari destinati a scomparire dopo un periodo di assestamento. Fin dall'inizio, però, lo Spirito con la Scure è fornito di quelle caratteristiche fondamentali che lo hanno fatto amare per quasi quarant'anni da intere generazioni di lettori: vive in una capanna costruita su un isolotto al centro di una palude, è temuto e rispettato dagli indiani che lo credono un inviato degli dei, è dotato di eccezionali doti fisiche che lo rendono instancabile in azione e imbattibile in combattimento, è generoso nel difendere i deboli e implacabile nel colpire i malvagi. Per raggiungere i suoi scopi e ripristinare la pace e la giustizia, Zagor non ricorre solo alla forza o alla sua infallibile scure: sa usare anche l'arte della dilomazia e della mediazione, e quando occorre è un abilissimo organizzatori di ogni genere di trucchi e trabocchetti. Zagor si sposta nella foresta volando di ramo in ramo e giunge dove c'è bisogno di lui lanciando un inconfondibile grido che rincuora gli amici e terrorizza i nemici. Guido Nolitta e Gallieno Ferri, i creatori, hanno mescolato in lui elementi eterogenei provenienti da altri personagi (un po' Tarzan, un po' l'Uomo Mascherato, un po' Robin Hood, un po' Superman) dando vita a un personaggio nuovo, originale e armonico.
Voto
8