(What's the story) Morning glory?
Be here now
The Masterplan
Standing on the shoulder of giants
Heathen Chemistry
Ogni
gruppo probabilmente ha un apice da toccare dopo il quale inevitabilmente, può
soltanto cercare di ripetere l’irripetibile miracolo alchemico. Gli Oasis di Manchester l’apice in questione
l’hanno toccato con (What’s the story) Morning glory?, che quasi
sicuramente resterà negli annali come il bestseller del loro repertorio,
il disco che ha reso in particolare i fratelli Gallagher le
indiscusse rockstars degli anni anni Novanta: Noel impegnato a
ricostruire in studio l’ennesima variazione sui temi beatlesiani,
Liam perennemente intento ad interpretare i pezzi del parente prossimo nella
sua improbabile posizione a gambe aperte e mani incrociate dietro la schiena,
entrambi eroi prototipici del brit pop, litigiosi ed iracondi paladini
della stampa-spazzatura nonché sedicenti nipotini dei Fab Four. Aggiungiamo a
siffatto cocktail musical-estetico un titolo azzeccato, una coppia di
canzoni a ventiquattro carati ed un robusto contorno con otto portate sonore di
buon livello, ed il capolavoro degli Oasis è servito a uso e consumo delle
masse. Difficile dire se le due gemme resteranno, intanto ricordiamole: sono
due ballate incastonate una dietro l’altra, forse il miglior dittico mai
centrato da Noel Gallagher, composto dal magnetico sentimentalismo di Wonderwall e dalla
struggente malinconia di Don’t look back in anger a seguire. In quel che
resta della scaletta è doveroso citare almeno la vena chitarristica che scorre
in Some might say, il disincantato country rock di She’s
electric, l’atmosfera apocalittica che apre il teso rock di Morning
glory ed infine la notevole Champagne supernova, altra struggente
ballata a pronta presa. Un gran bel disco dei Gallagher Bros &
Co.
Oasis, (What's the story) Morning glory? [Helter Skelter 1995]
Voto
8