(What's the story) Morning glory?
Be here now
The Masterplan
Standing on the shoulder of giants
Heathen Chemistry
Un
disco che fin dal primo ascolto si fa riconoscere per le sonorità ormai
caratteristiche del quintetto di Manchester;
in primo piano, al solito, le melodie post-beatlesiane e le atmosfere agrodolci
di Noel Gallagher, ma l'effetto non è scontato come potrebbe sembrare: il
gruppo sembra avere ancora energia da vendere e qui lo cerca di dimostrarlo a
più riprese. Il risultato è un album che, a partire dal titolo, pare ribadire
che i fratelli Gallagher
non hanno la minima intenzione di abbandonare le fatue cime delle hit
parades mondiali conquistate fin dall’esordio con Definitely maybe.
Stando al sound di Be here now, ruvido ed introspettivo
allo stesso tempo, talvolta con sonorità da garage band, pare che gli Oasis in fase creativa
abbiano tentato il difficile colpo di imporsi anche nel mercato americano.
Intanto, scorrendo tra le canzoni della tracklist segnaliamo senz'altro
il singolo D'you know what I mean?, segnato
da sonorità tese e ‘piene’, la struggente ballata Stand by me (sentimentale
ma davvero intensa), l’atmosfera da Far West che si respira in Fade in-out – con il riuscito cameo
dell'attore Johnny Depp
alla chitarra –, il sano e ruvido rock della title track (molto made in Fab Four) e di Magic pie, ed infine l’immancabile ballatona gallagheriana, All around the world, felicemente in progressione.
Ricapitolando: Noel continua a comporre e Liam a cantare nella sua
caratteristica postura con mani incrociate dietro la schiena, il disco è nel
complesso godibile, dotato di un indubbia coesione tra i vari brani e privo di
pause dalla prima all'ultima canzone. L’impressione è che gli Oasis ancora si
impegnino a 'pensare' i propri prodotti senza affidarsi ai facili compiacimenti
del mercato. Quasi sempre, almeno...
Oasis, Be here now [Helter Skelter 1997]
Voto
7